Neppure il tempo di posare la borsa e: – Professoressa, questo ragazzino non vuole entrare in classe, non posso tenerlo in corridoio – sbuffa la bidella del primo piano. Il ragazzino è uno scricciolo di prima media, tutto occhi e muscoli asciutti e nervosi. La psicodituttounpò lo riconosce. Già segnalato dalla scuola primaria per una tragica storia: orfano di padre, ultimo di tre figli, madre poco presente, Tribunale di mezzo.
– Il ragazzo è con me, lo comunichi all’insegnante di classe. – Allora, Marcello … – Il ragazzino guarda la prof. e replica con tono basso e piglio sicuro: - Io mi chiamo Federico – Già, è vero – si scusa la psicodituttoediniente – Sbagliane un’altra e hai chiuso – borbotta tra sé. – Sediamoci, Federico: allora, che stavano facendo in classe i tuoi compagni? - C’era il professore di Arte … – E tu l’album ce l’hai? - No, ma ho questi quaderni.
Estrae dallo zaino con cura e baldanza tre quaderni a quadri piuttosto malconci. L’album non c’è. Mezzo album a fogli lisci dorme da tempo in uno scaffale dell’armadio grigio, rammenta la psico-psico. Apre l’armadio, sveglia l’album e lo consegna a Federico: - Questo te lo regala la scuola. – Federico ringrazia con gli occhi. - Che materia hai a seconda ora? – Smarrimento nello sguardo del ragazzino. – La psico-psico per i bambini sperduti finalmente capisce. – Federico, ce l’hai il diario? – Federico annuisce. – Puoi tirarlo fuori dallo zaino? – Adesso il diario è sulla scrivania e lei lo apre: mai visto un diario così immacolato. Chiede permesso al ragazzino e comincia a sfogliarlo: orario provvisorio, orario definitivo, tutto bianco … - Leggi, Federico: - Orario provvisorio – L’alunno scandisce benino le sillabe. - Sai che vuol dire? – No. – Che può cambiare. – Orario definitivo: che è già stato deciso, che rimane così … - Federico è perplesso. –Ti piace il calcio? – Sì – Quando l’allenatore non ha ancora deciso chi farà giocare in squadra, vuol dire che la formazione è provvisoria. Quando decide chi scenderà in campo, la formazione è definitiva. Siccome ormai sappiamo quali insegnanti avrai, allora l’orario è definitivo e possiamo scriverlo. -
Federico capisce. La psico-psico gli spiega che ogni riquadro corrisponde a un’ora di lezione: - Ora c’è Arte, tra poco andremo in classe con album e colori, poi ci sarà Matematica. – Scrivono insieme Matematica nel riquadro. E poi Scienze. Federico è contento: - Il libro di Scienze ce l’ho. Ho altri due libri a casa: quello di Storia e uno di Italiano. – Molto bene: cominciamo da tre. - Scriviamo l’orario di domani. – aggiunge la prof. - Ma io domani non vengo perché ho una visita medica. – Ok: scriviamo quello di giovedì: prima ora, Inglese. Ce l’hai il quaderno? – Sì – Il libro? – No. – Certo, l’aveva già detto: ne ha solo tre. – Ma lo scricciolo dice con fierezza che sa contare in inglese sino a dieci one two three four five … La psico-psico estrae dal’armadio anche il libro di Inglese. Avanti con l’orario: il ragazzino non sa se avrà Storia o Geografia, giovedì a quinta ora. Si va a chiedere notizie direttamente all’insegnante, che gli fa scrivere Geografia.
E’ il momento di farlo entrare il classe: - Qui c’è Federico. L’album liscio va bene? – Va bene. La prossima volta ci sarà un albero da disegnare.
Prima classe a sinistra del primo piano. Dovrà fare visita spesso a Federico, la psico-psico: fargli sentire che può ancora farcela. Accarezzarlo con la voce e con gli occhi. Fargli sentire che la scuola non è un nuovo mostro pronto a sbranarlo, ma un posto dove può stare bene e imparare qualcosa.
Six seven eight nine ten.