Giorni fa, a Palermo, verso le 22, alla guida della mia auto imbocco via Conte Federico, una strada a due passi dalla parrocchia che fu di padre Puglisi. Dopo una curva, spuntano 4 o 5 ragazzini. Uno di essi, al centro della strada, si rotola dentro un carrello della spesa, che va su e giù per la stradina. Per fortuna guido a 30 all’ora e riesco a frenare. Di fronte a me viene un autobus: anch’esso scansa per miracolo il gruppetto. Quando l’autobus è alle mie spalle, noto dallo specchietto retrovisore che un ragazzino, con mossa fulminea, ne ha aperto il portellone posteriore. Spero che l’autista se ne accorga. Intanto mi chiedo: dove sono i genitori dei bambini? Perché li lasciano soli per strada di notte? Per fare qualsiasi cosa ci vuole una licenza, una patente, un diploma: come mai non c’è ancora un esame da superare per diventare genitori?
Maria D’Asaro (“Centonove” n. 44 del 28.11.2014)L'autrice di questo blog, Maria D'Asaro, vive in un'isola ed è affascinata dal mare: mari da sognare, mari da scoprire, mari da solcare...
sabato 29 novembre 2014
mercoledì 26 novembre 2014
Ciao, mamma Gina
Quando
Una madre
Se ne va
Piange la creazione intera.
Straziata.
(Dedicato a Gina: la mamma dolcissima della mia amisister Adriana)
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Mari di poesia,
Quaderno blu
lunedì 24 novembre 2014
P come …
A Palermo i neo-patentati appongono spesso una grossa P nell’auto, a significare: Principiante al volante. Condivido l’utilitaria con un figlio fresco di patente, che ha ritenuto opportuno apporre la P nel finestrino posteriore. Ma l’auto spesso è guidata anche da me, che ho la patente da decenni e in città al volante me la cavo discretamente. Però, la sola presenza della P, mi fa subire dei “clacson” impazienti non appena spunta il verde al semaforo, pur se riparto con rapidità; e commenti del tipo “arriminati” (vai più veloce) se non pigio l’acceleratore, persino in una trafficata via urbana. L’effetto Pigmalione – è così chiamata la ricerca, nota in ambito scolastico, secondo cui le aspettative dei docenti influenzano il rendimento degli alunni - si manifesta in modo diverso anche in presenza della P sull’auto. Che, invece di suscitare la Pazienza degli autisti, almeno a Palermo ne esalta il Pregiudizio e la Prepotenza.
Maria D’Asaro (“Centonove” n. 43 del 21.11.2014)
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Palermo in 150 parole
venerdì 21 novembre 2014
Cara Maria Giovanna
Maria Giovanna Abramo |
Cara Maria Giovanna,
sono stata davvero fortunata con i miei insegnanti!
Sin dalle elementari: quando la maestra Gaetana, in quarta elementare, ci invitava già a differenziare i rifiuti e ad aiutare le compagne meno brave, mettendo i nostri talenti a servizio delle mie compagne: - Mentre io rispiego la divisione a Concetta, tu, Loredana, controlla i verbi scritti da Giulia. E tu, Maria, ripeti la poesia con Francesca -
(...)
(la lettera verrà ripubblicata a breve)
sono stata davvero fortunata con i miei insegnanti!
Sin dalle elementari: quando la maestra Gaetana, in quarta elementare, ci invitava già a differenziare i rifiuti e ad aiutare le compagne meno brave, mettendo i nostri talenti a servizio delle mie compagne: - Mentre io rispiego la divisione a Concetta, tu, Loredana, controlla i verbi scritti da Giulia. E tu, Maria, ripeti la poesia con Francesca -
(...)
(la lettera verrà ripubblicata a breve)
(Maria Giovanna Abramo (1922-1991). Assistente sociale prima e poi Docente di Lettere a Palermo presso l’Istituto “Maria Adelaide”. Dalla sua autobiografia Nel segno della speranza, Stampatori Associati, Palermo, 1988, è tratta questa foto)
mercoledì 19 novembre 2014
Concerto
Concerto
di cinguettii
all’alba risuona,
verde, nella mia stanza.
Miracolo.
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domenica 16 novembre 2014
Il mezzo è il messaggio
Nella nostra società scorrono fiumi di parole e anche un “twitter” fa politica. Non c’è da meravigliarsi allora se a Ballarò, noto mercato di Palermo, un fruttivendolo vende limoni con un cartello ad effetto. I limoni, a maggio, erano “M5 limoni” perchè: “Tanto la vita non può essere più aspra di così”. In un cartello recente, gli agrumi si pongono contro “Quella parte di italiani che per Juve/Roma fanno i pazzi a bisticciare” e diventano limoni anti virus Ebola! La trovata del fruttivendolo si appaia con quella del venditore di pannocchie (per noi “pollanche”) che, sulla spiaggia di Mondello, delizia i bagnanti con le sue rime. Il sociologo Marshall McLuhan affermava che “il mezzo è il messaggio”: il mezzo utilizzato nella comunicazione influenza l’informazione. Davvero, nell’immaginario collettivo dei palermitani, adesso pannocchie e limoni sono più di un alimento: ai limoni si associano virtù terapeutiche e le pannocchie evocano rime baciate.
Maria D’Asaro (“Centonove” n. 42 del 14.11.2014)
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giovedì 13 novembre 2014
La buona scuola
Ieri, un ragazzo
con grave disabilità (L.104/92, art.3, comma 3) veniva affiancato da un insegnante di sostegno col massimo delle ore e
alla scuola venivano fornite dal Comune le figure di supporto necessarie (assistente
alla comunicazione, assistente personale).
Oggi i genitori
dello stesso ragazzo devono fare un ricorso al TAR per avere riconosciuto
questo diritto, spesso dopo un anno di lotte.
Ieri, nella mia
scuola c’era ogni giorno la Preside: arrivava molto prima degli alunni e andava
via molto dopo. Era un punto di riferimento per tutti.
Oggi nella mia
scuola la Preside, quando va bene, c’è due giorni a settimana. Negli altri
giorni gestisce un’altra scuola, con tre plessi.
Ieri, c’era la
possibilità di scegliere un tempo scolastico più lungo, con mensa e attraenti
laboratori pomeridiani. Nella mia scuola, c’erano nove classi a tempo
prolungato: i ragazzi, oltre a poter recuperare in italiano e matematica, facevano
corsi di teatro, cineforum, informatica, scienze sperimentali, fotografia,
riciclaggio creativo.
Oggi nella mia
scuola sopravvive una sola sezione a tempo prolungato, e le attività
pomeridiane possono essere svolte solo da docenti di Lettere o Matematica.
Ieri esisteva il
FIS (fondo integrativo d’Istituto): qualche migliaio di euro con cui si potevano
incentivare attività aggiuntive.
Oggi, chi si
ferma a scuola oltre l’orario lo fa solo
per volontariato e per spirito di abnegazione.
Ieri, la Vice
Preside aveva nove ore di esonero dall’insegnamento per poter svolgere il suo
ruolo: cruciale, importante e delicato.
Oggi non ha alcun esonero, insegna in due classi e
in più si pretende che svolga il suo ruolo come prima.
Ieri la mia
scuola d’inverno era riscaldata.
Oggi geliamo dal
freddo, perché due anni fa sono stati rubati i tubi esterni (per ricavarne
forse un po’ di misero rame) e nessun ente ha mosso un dito per ripristinarli.
Ieri era
possibile avere a scuola un operatore psicopedagogico che prestava la sua opera
per fronteggiare la dispersione scolastica e favorire il successo formativo di
tutti gli alunni.
Oggi l’operatore
psicopedagogico non esiste più.
Ieri, l’indice
di dispersione scolastico nella mia scuola era calato al 4%.
Oggi sfiora di
nuovo il 10%.
Ieri l’insegnante
di Lettere aveva a disposizione undici ore per ogni classe di scuola media e insegnava
anche Educazione Civica.
Oggi di ore ne ha nove - dieci, quando va bene - l’educazione civica è stata “assorbita” dalla Storia.
Oggi di ore ne ha nove - dieci, quando va bene - l’educazione civica è stata “assorbita” dalla Storia.
Ieri alcuni
insegnanti avevano ore a “disposizione”: ore impiegate anche per fare supplenze
nelle classi dove c’erano colleghi assenti.
Oggi tutti i docenti sono impiegati in classe: se manca un docente per pochi giorni, nessuno lo sostituisce e la sua classe viene “divisa” tra le altre, creando confusione e scompiglio.
Oggi tutti i docenti sono impiegati in classe: se manca un docente per pochi giorni, nessuno lo sostituisce e la sua classe viene “divisa” tra le altre, creando confusione e scompiglio.
(Non sono una laudator temporis acti. Però lavoro da 30 anni nella scuola media di I grado e provo sulla mia pelle, e soprattutto sulla pelle dei miei alunni, il peso nefasto dei tagli operati dal 2000 ad oggi. Del questionario sulla buona scuola proposto dall'attuale governo m’importa poco, se non tiene conto di questi dati.)
Ieri = anno
scolastico 1999/2000, prima delle scellerate riforme Moratti e Gelmini
Oggi = anno
scolastico 2014/2015
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A scuola: per chi suona la campana?
martedì 11 novembre 2014
A tutta birra ...
Nella triste litania delle fabbriche che chiudono e dei disoccupati che aumentano, riempie di speranza la notizia che sedici operai, licenziati nel 2011 per la chiusura della Triscele (ex Birra Messina), hanno riaperto l’azienda con le loro forze. Domenico Sorrenti, presidente della neonata cooperativa “Birrificio Messina”, insieme agli altri 15 soci, fa una scommessa: stappare nei primi mesi del 2015 le prime bottiglie di birra, brindando con la città, che si è mobilitata donando agli operai circa 60 mila euro a sostegno della riapertura dello storico birrificio. “Siamo figli e nipoti di operai birrai – afferma, in un’intervista al Corriere della Sera, il socio Adolfo Giordano, - nelle nostre vene scorre sangue e birra!”. Gli operai giurano che il Birrificio Messina avrà lunga vita e hanno già allestito uno spot casalingo per la prima bottiglia: Bionda fresca e spumeggiante: 93 anni, ma non li dimostra, sarà la birra di casa nostra!
Maria D’Asaro (“Centonove” n. 41 del 7.11.2014)
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Palermo in 150 parole
sabato 8 novembre 2014
Ciao, Marta ...
E' successo così: cincischi in FB e scopri che è morta una persona speciale come Marta Cimino. Marta, dopo le stragi ravvicinate di Capaci e di via d’Amelio, aveva ridato voce e dignità ai palermitani ammutoliti e indignati. Aveva pensato a un segno potente e silenzioso per esprimere lo sgomento e la rabbia: un lenzuolo steso al proprio balcone con la scritta “Ora basta”.
Io Marta la conoscevo. Avevo scritto una lettera postuma a sua madre, la giornalista Giuliana Saladino, ma non mi pareva giusto pubblicarla senza il suo consenso e quello di sua sorella Giuditta. Così gliela spedii in anteprima. Lei mi telefonò, mi invitò a casa sua, nella mitica casa di via Maqueda, e mi offrì un grato consenso, tanti preziosi ricordi e il suo sorriso cordiale.
Ora, senza di lei, a Palermo mi sento più sola.
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Genere femminile numero plurale,
Quaderno blu
mercoledì 5 novembre 2014
Mille di questi ... post
Stasera Nostra Signora è emozionata, perché nei mari da solcare questo è il post n.1000!
Ne è passata di acqua da quando, per passione e per scommessa, nel novembre del 2008 il blog nasceva con questo post, segno della passione di Maruzza per gli alberi e “pezzo” iniziale della sua collaborazione con il settimanale siciliano “Centonove”, che da allora ospita una sua rubrica dal titolo “150 parole da Palermo”, rubrica riportata in un’etichetta del blog.
Per tenere a bada ricordi ed emozioni, nostra Signora – rubando per un istante il mestiere alla prof.ssa Ornella Giambalvo (da lei intervistata qui) prova a snocciolare qualche dato.
Queste le
recensioni più lette:
Queste alcune
pagine del quaderno blu di Nostra Signora, che parlano tanto di lei:
Questo, grazie
alla fama imperitura del Piccolo Principe, il post più cliccato! Post che si trova nella sezione dedicata alla scuola: Per chi suona la campana. Tante visite qui per una mia recensione di un libro del prof.Cavadi.
Nella sezione: E vissero tutti sobri e nonviolenti
sono stati onorati con tante visite i post ... antidisoccupazione e anti-inquinamento!
Tra le tante donne che popolano il Genere
femminile, numero plurale, un omaggio, anche di visite, a Samia.
E tra le lettere a persone, pubbliche e private, che hanno lasciato un segno nella sua vita, la più letta: quella alla giornalista palermitana Giuliana Saladino.
E tra le lettere a persone, pubbliche e private, che hanno lasciato un segno nella sua vita, la più letta: quella alla giornalista palermitana Giuliana Saladino.
E allora un
abbraccio virtuale a tutte le amiche e gli amici del web, perché davvero, come
scriveva in occasione del 5° compleanno del blog, a nostra signora il blog ha
cambiato in meglio la vita.
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lunedì 3 novembre 2014
Una giornata speciale ...
A nostra Signora bastava poco per essere felice. Come avere un giorno di ferie a novembre, per lei uno dei mesi migliori dell'anno. Alzarsi alle 9. Ascoltare i Modena City Ramblers e una canzone di Gianna Nannini e una di Battiato mentre stirava. Mangiare i loti raccolti in campagna. Sentire ridere e scherzare i suoi due ex cuccioli. Avere il tempo sufficiente per preparare le lezioni e la cena. Mandare i “pezzi” al giornale. Sentirsi in pace, con se stessa e col mondo.
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