sabato 29 novembre 2014

Una patente speciale

    Giorni fa, a Palermo, verso le 22, alla guida della mia auto imbocco via Conte Federico, una strada a due passi dalla parrocchia che fu di padre Puglisi. Dopo una curva, spuntano 4 o 5 ragazzini. Uno di essi, al centro della strada, si rotola dentro un carrello della spesa, che va su e giù per la stradina. Per fortuna guido a 30 all’ora e riesco a frenare. Di fronte a me viene un autobus: anch’esso scansa per miracolo il gruppetto. Quando l’autobus è alle mie spalle, noto dallo specchietto retrovisore che un ragazzino, con mossa fulminea, ne ha aperto il portellone posteriore. Spero che l’autista se ne accorga. Intanto mi chiedo: dove sono i genitori dei bambini? Perché li lasciano soli per strada di notte? Per fare qualsiasi cosa ci vuole una licenza, una patente, un diploma: come mai non c’è ancora un esame da superare per diventare genitori? 
                                                              Maria D’Asaro (“Centonove” n. 44 del 28.11.2014)

2 commenti:

  1. Poveri Lucignoli: speriamo che la vita gli sia clemente, e compensi quanto non hanno ricevuto dai genitori, malgrado gli spettasse di diritto. Quella della patente è un'idea davvero niente male... Ciao, buona settimana.

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  2. Io ho conosciuto genitori di 14 anni. Con difficoltà anche a leggere e scrivere. Infanzie negate dietro la porta che interessano a pochi. Forse c'entra poco con i tuoi vivaci monelli, ma a volte c'entra tutto e quello che più conta è la forza dell'istruzione. Una buona settimana e un abbraccio.

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