martedì 3 ottobre 2023

La metafisica, secondo Wislawa

Platone, ossia perchè


Per motivi non chiari,
in circostanze ignote
l’Essere Ideale smise di bastarsi.

Dopotutto poteva durare e durare all’infinito,
sgrossato dall’oscurità, forgiato dalla chiarezza,
nei suoi giardini di sogno sopra il mondo.



Perché, diamine, si mise a cercare impressioni
in cattiva compagnia della materia?

Che se ne fa di imitatori
mal riusciti, sfortunati,
senza prospettive per l’eternità?

Una saggezza zoppa
con una spina conficcata nel tallone?
Un’armonia fatta a pezzi
da acque agitate?
Il Bello
con dentro budella sgraziate
E il Bene
– perché con un'ombra,
se prima non l’aveva?

Doveva esserci una ragione,
anche se all’apparenza irrilevante,
ma questo non lo svelerà neppure la Nuda Verità
occupata a rovistare
nel guardaroba terreno. 

Per non dire di questi orribili poeti, Platone,
trucioli che la brezza sparge da sotto le statue,
rifiuti del grande Silenzio sulle vette…


Wislawa Szymborska: La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945-2009), 
a cura di Pietro Marchesani, pag. 583, Adelphi, Milano

(Dedicata ad Augusto, Pietro, Giulia, Mario, Guido, Anna, Caterina, Armando .... e alle/ai cenacolanti che stasera riprendono il pluri-ventennale appuntamento delle cenette filosofiche)

sabato 30 settembre 2023

Caro Vittorio,

    Caro Vittorio, 

        prima del 15 aprile 2011, avevo sentito il tuo nome solo un paio di volte, a proposito di servizi televisivi sulla Palestina. Poi mi è capitato di ascoltare in TV un’intervista a tua madre Egidia. Quell’intervista mi ha toccato il cuore. E ho comprato il libro che lei ha scritto per raccontare la tua storia. 
      “Un figlio è carne della tua carne e sangue del tuo sangue e, come sanno tutte le madri che lo hanno perduto, con lui se ne va per sempre un pezzo di te e della tua anima”, scrive tua madre. 
     Sarà difficile per lei festeggiare il Natale. Avrà poco senso anche per Paola, la mamma di Giulio Regeni, ucciso qualche anno dopo di te in Egitto. 
    Ma tu puoi essere fiero di tua madre: nonostante tutto, ce l’ha fatta a restare umana…
Tua madre, che aveva fatto di tutto per non farti nascere prematuro: “Immobile per più di due mesi, ho trasmesso a mio figlio le emozioni, la gioia e l’angoscia di quell’attesa (…): ho letto libri su libri e, chissà, forse anche da questo è scaturito quel suo grande amore per la lettura e la parola scritta. (…) Vittorio è venuto al mondo col pugnetto alzato. Mi rese ancora più faticoso e doloroso il parto, ma io ricordo sempre con un sorriso quel particolare”.
 Quando continuava a raccontartelo - perché le madri hanno l’abitudine di ripetere all’infinito le storie che riguardano i propri cuccioli – tu sorridevi e sbuffavi. 
Sei stato davvero un bambino speciale… (continua su:  Maria D'Asaro: “Una sedia nell’aldilà”, Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

Il libro si può trovare qui:


giovedì 28 settembre 2023

Valencia, orizzonti sognati...

Andare a Valencia per la mostra dedicata a Sorolla, in occasione del centenario della sua nascita, e scoprire una magnifica città mediterranea…

(Qui e qui notizie e quadri del pittore nato a Valencia)
















(continua...)

martedì 26 settembre 2023

Grazie, tenente Petrov...

        Se non fosse stato per la sua lucidità razionale nell’esaminare la difficilissima situazione e per la sua capacità di assumersi un’enorme responsabilità di fronte ai suoi superiori e all’apparato militare sovietico, probabilmente oggi non staremmo qui a raccontarlo. 
       Ci riferiamo al tenente colonnello dell’ex URSS Stanislav Petrov che, quarant’anni fa, all’alba del 26 settembre 1983,  con una sua coraggiosa decisione ha salvato il mondo.
       Il riconoscimento ufficiale più significativo è arrivato a Petrov, mentre era ancora vivo, dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che, con la risoluzione 68/32 del dicembre 2013, ha dichiarato il 26 settembre “Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari”. 
La sua storia l’ho raccontata qui.

(grazie a mio figlio Riccardo che mi ha segnalato l'accaduto)

domenica 24 settembre 2023

Suonano le campane: a Palermo un’altra laurea “difficile”

      Palermo – Il quartiere Albergheria/Ballarò è uno dei più disagiati di Palermo, afflitto da fatiscenza abitativa, criminalità organizzata, degrado sociale e povertà diffusa, anche se oggi fruisce di briciole di benessere, grazie soprattutto ai turisti e alla posizione strategica nello splendido centro storico panormita.
     All’Albergheria circola comunque l’energia positiva di associazioni e volontari che operano per il suo ‘risanamento’. Tra loro Antonino Spitalieri, Nino per gli amici, funzionario della Prefettura da poco in pensione. Per la sua storia, Nino appartiene di diritto a quello che il filosofo Orlando Franceschelli chiama ‘Il popolo del Bene’: “quella folla anonima, dispersa sulla faccia della Terra, costituita da singole personalità attive nei campi più disparati ed accomunate dalla convinzione (controcorrente rispetto ai dettami della cultura dominante) che la felicità altrui è il metro della propria gioia di vivere” (da Gente bella di A.Cavadi, Ed. Di Girolamo, Trapani, 2004). Animatore di comunità attive, di gruppi familiari solidali, promotore di partecipazione civica per la realizzazione del bene comune, Nino è stato tra i ‘padri fondatori’ del ‘Progetto di sostegno scolastico ai ragazzi dell’Albergheria - Candida Di Vita’, rivolto a studenti della scuola superiore, progetto che oggi coordina assieme ad altri volontari, tra cui la professoressa Laura Tutrone, docente di Lettere in una scuola di frontiera cittadina nel quartiere Brancaccio.
Laura e Nino raccontano la loro esperienza.

Come, quando e da chi nasce l’idea?

Nino: Dobbiamo tornare al… secolo scorso: tutto nasce infatti nel 1998, all’interno del ‘Centro sociale san Francesco Saverio’, operante nel quartiere Albergheria e promosso dall’omonima rettoria. Alcuni volontari del centro si erano ben presti specializzati in progetti per famiglie: vale a dire, anziché operare solo, ad esempio, su anziani o bambini, si cercava di intervenire con una progettualità a tutto campo che includesse i bisogni di padri, madri, bambini, nonni insieme, insomma prendere in carico le famiglie disagiate nella loro interezza. 
Un progetto, in particolare, proponeva (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 24.9.23, il Punto Quotidiano

venerdì 22 settembre 2023

Padre Pino Puglisi: il segreto del suo sorriso

        “Il suo sorriso anche oggi, perfino nelle immagini, piccole o grandi, è accogliente, disarmante, rasserenante. Quando anche lui percorreva, instancabilmente, questa bella, caotica e brulicante valle di lacrime, il suo sorriso invitava a godere con lui il piacere del dialogare.
Il sorriso mite ti apriva il cuore e la mente all’incontro, all’accoglienza, alla solidarietà, alla riflessione, all’amore gratuito all’altro e al Totalmente Altro. Il sorriso ti disarmava e metteva a nudo la tua fragilità, ti metteva di fronte alla tua umanità.
     Il sorriso costituisce il primo momento del metodo dialogico e pedagogico di 3P. Il sorriso apre all’ascolto, un ascolto che riconosce la fragilità umana, che ammette l’ignoranza di non sapere quali risposte dare, la difficoltà di trovare le risposte giuste, l’incertezza di dire le giuste parole, di scegliere il momento giusto.
    Chi, come Puglisi, si esprime col sorriso esclude innanzitutto la sicumera e la supponenza di sapere già la risposta ai profondi e tremendi interrogativi che lacerano l’animo nostro informe; invita l’altro ad aprirsi, a non mentire a se stesso, a cercare di trovare una strada, a seguire una luce, ad orientarsi nella babele della complessità di questo caos-cosmo, a non aspettarsi che altri assumano le responsabilità che sono solo proprie. 
    E di questa arte dialogica Puglisi era maestro, perché egli fu un maestro, un formatore di coscienze”.

Cavadi-Scordato: Padre Pino Puglisi Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2023 (pp.59,60)

Il testo da cui è tratto questo brano sarà ri-presentato a Palermo oggi pomeriggio e domenica 24:




giovedì 21 settembre 2023

Difendere Dio, patria e famiglia: da chi?

J.Bosch: Paese incantato
     Non avrei saputo dirlo meglio...

    “Difendere le famiglie, le nazioni, le identità, Dio”: questo – secondo le dichiarazioni a Budapest della nostra presidentessa del Consiglio dei ministri - il centro dell’azione del suo governo. L’intento è lodevole, ma, per non suonare genericamente retorico,  andrebbe meglio articolato.
    Che significa “difendere le famiglie”? Chi le sta attaccando? Vanno difese dall’inflazione, dai livelli salariali più bassi dell’Occidente, dal quasi totale azzeramento del sistema sanitario pubblico ?
     E allora è compito di tanti pezzi del ceto dirigente, in primis dei partiti che si avvicendano sia come maggioranze parlamentari (potere legislativo) che alla guida del governo (potere esecutivo). 
    Ma da troppe voci provenienti dall’area culturale e politica oggi in cabina di comando si intende difendere la “famiglia” dalla diffusione sociologica – e tendenzialmente giuridica – di altre forme di legami sessuali e/o affettivi alternative alla famiglia monogamica eterosessuale tradizionale. In questa seconda interpretazione, la famiglia tradizionale (per intenderci, il modello da cui si tengono lontani i due maggiori leader della maggioranza attuale: Meloni e Salvini) non ha bisogno di essere difesa: è uno di modelli storicamente succedutisi nella storia occidentale, ha i suoi pregi e i suoi difetti e, pur essendo perfettibile, è tuttora imitato da quei soggetti (ad esempio persone omosessuali) che chiedono il riconoscimento legale della loro convivenza, con i diritti e i doveri conseguenti. 
      Che significa difendere le “nazioni”? La globalizzazione economico-finanziaria, cui plaudono gli elettori del Centro-destra, non può non comportare una globalizzazione simbolico-culturale: essa corre certamente il rischio di essere una “americanizzazione” (statunitense) del globo, ma implica la felice possibilità di fare finalmente dell’umanità un’unica grande nazione (pacifica, solidale, cooperativa).
(continua  qui)

Augusto Cavadi, 17.9.23

P.s. Una chiosa minima: l'unica maniera per difendere la famiglia (l'intera famiglia umana e quella personale) e il senso del divino nel mondo è amare e impegnarsi per una convivialità solidale, armoniosa e inclusiva: auguri e un grazie speciale a Pino Paliaga e Patrizia Testa e a Massimo Messina e a Claudia Costanzo, che celebrano oggi l'anniversario di nozze; due coppie magnifiche che danno luce e speranza alla nostra Palermo (e non solo). 
La nostra premier potrebbe fare una chiacchierata con loro per una occasione di crescita e di confronto...

 

domenica 17 settembre 2023

Oppenheimer, l’atomica tra scienza e potere

      Palermo – Le tre ore esatte di Oppenheimer, kolossal di Christopher Nolan, che del film è regista, sceneggiatore e co-produttore, scorrono veloci per gli spettatori, catturati dal racconto della vita del fisico statunitense considerato ‘il padre della bomba atomica’. I suoi esperimenti sulla fissione dell’atomo portarono infatti alla sua realizzazione e, purtroppo, il 6 e il 9 agosto 1945, al suo tragico utilizzo sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
   Oppenheimer ha riscosso grande successo al botteghino, richiamando al cinema l’attenzione di un pubblico numeroso ed eterogeneo, attratto anche dall’opportunità di vedere recitare i volti più noti della scena americana del momento, oltre a grandi attori come Matt Damon, che interpreta il generale americano Groves, e Cillian Murphy, nel ruolo del protagonista. 
     Uno dei temi centrali del film (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 17.9.23, il Punto Quotidiano


venerdì 15 settembre 2023

Caro padre Pino Puglisi

    Caro tre P,
                 chissà che effetto ti fa da lassù la miriade di commemorazioni che ti vede protagonista… Forse ti inducono a un sorriso indulgente, affettuoso e magari un po' triste, visto che – come emerge dall’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia - Cosa nostra a Palermo è sempre più impegnata ad attrarre i giovani per ampliare la sua manovalanza criminale.
   Oggi, anniversario insieme del tuo compleanno e del tuo assassinio, ti fischieranno le grandi orecchie per le tante parole a te dedicate. Ogni persona che ti ha conosciuto vuole dire qualcosa su di te. Qualche anno fa, in occasione della ricorrenza del 15 settembre e per la tua beatificazione, il 25 maggio 2013, ho scritto qualcosa persino io, prendendo anche una solenne cantonata: ho scritto che utilizzavi le canzoni di Battiato negli incontri con i giovani, facendo loro ascoltare La cura. Sono stata prontamente – e giustamente – ripresa dalla cara Rosaria Lo Cascio che sottolineava l’inesattezza della citazione, visto che la canzone è uscita nel 1996 mentre tu sei stato ucciso nel 1993… Il buon Pino Paliaga ci ha messo una pezza affermando che era vero che ti piaceva Battiato, ma erano altre le canzoni che facevi ascoltare, ad esempio Un oceano di silenzio
    Caro don Pino, scusa la digressione canora: un modo forse banale per dire che da morto sei mancato immensamente a tutte le persone che ti hanno conosciuto e apprezzato e anche a quelle che, come me, non hanno avuto la fortuna di conoscerti.
    Eppure eravamo davvero vicini di casa: tu eri parroco a Brancaccio, un chilometro in linea d’aria da casa mia. Ma io in quegli anni ero un’affezionata frequentatrice della chiesa di san Francesco Saverio, innamorata delle omelie e dall'esempio pastorale di don Cosimo Scordato.
    E proprio don Cosimo, assieme ad Augusto Cavadi, entrambi tuoi conoscenti ed estimatori prima in vita e poi post mortem, qualche giorno fa hanno presentato un libro che parlava di te. 
    Ho l’ardire di pensare che saresti stato contento di ascoltarli dal vivo perché, a mio sommesso avviso, hanno detto parole che avresti apprezzato: hanno entrambi ribadito che tu non devi diventare un’immaginetta, un santino da tenere sul comodino. Don Cosimo ha ribadito che, sul tuo esempio, la Chiesa non può limitarsi a rendere servizi religiosi, ma deve costruire risposte comunitarie ai problemi sociali, risposte che abbiano come faro il Vangelo.
    Alla giornalista Alessandra Turrisi che gli chiedeva il senso del tuo essere stato proclamato beato e martire dalla Chiesa cattolica, guardando lontano, verso Cielo e Terra nuovi, don Cosimo rispondeva che il Vangelo ci invita a essere Beati in vita praticando le Beatitudini: beati i miti, beati i misericordiosi, beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, beati i poveri, beati gli operatori di pace… Essere proclamati beati dopo ha un senso relativo… Aggiungeva comunque che tu beato c’eri di fatto appunto perché le Beatitudini le hai incarnate da vivo: perché sono le Beatitudini l’essenza e lo specifico del Vangelo.
   E, ha aggiunto don Cosimo, le Beatitudini si sostanziano nel dono di se stessi: dono naturale e soprannaturale insieme.
    Anche Augusto Cavadi ha detto cose che riterresti sacrosante: se le parrocchie fossero davvero incentrate sullo spirito autentico della Buona novella evangelica e non vi circolasse né potere né denaro né ipocrisia, non sarebbe necessaria la scomunica per i mafiosi… non vi metterebbero piede perché incompatibili con la cultura e la prassi evangeliche.
   E Augusto, a proposito del tuo assassinio, ha parlato di mandanti inconsapevoli, purtroppo anche dentro la chiesa: tutti quelli, preti e non, che si sono mantenuti equidistanti in un certo senso tra mafia e antimafia. Si legge infatti nel risvolto di copertina del loro libro: “La mafia ha rispettato la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio ed il prete si è fatto ‘affiziu du parrinu’ (l’ufficio del prete), tutto casa e chiesa, promotore di processioni, che ‘campa e fa campari’.
Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente.
Alle spalle di ogni cadavere vittima di mafia si cercano giustamente gli esecutori materiali e i mandanti. Ma ogni delitto di mafia ha una terza categoria di colpevoli: i mandanti inconsapevoli, una categoria sociologica fatta da tutte le persone che per non correre rischi personali preferiscono vivere nel ‘puzzo del compromesso."
    Ma tu, caro don Pino, tutto questo lo sapevi già… 
Sorridici ancora e sostienici da lassù: la strada verso la liberazione dalla prepotenza mafiosa è ancora lunga… continua a far aleggiare tra noi il tuo spirito di pace e di giustizia.

Maria D'Asaro

Augusto Cavadi/Cosimo Scordato: Padre Pino Puglisi Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2023






Le belle foto sono di Sandro Riotta, che ringrazio.

mercoledì 13 settembre 2023

Sally



Sogno

Dolcezza perduta

Abbracci che sciolgono

Catene infinite di pianto

Sally