martedì 14 novembre 2017

Virtù verdi secondo Alex


Sabato prossimo, su invito di un collega che insegna in un Liceo scientifico a Bagheria, andrò a chiacchierare con i suoi alunni di ecologia. Poiché la mia passione per l’ecologia è stata alimentata anche dalla scoperta e dal mio innamoramento post mortem per Alex Langer, ho ripreso in mano i suoi scritti.

Ecco cosa diceva Alex in un convegno organizzato nel 1987 a Brentonico, Trento (riportato in “Il viaggiatore leggero” , scritti di Alex Langer, Sellerio, Palermo,  2005, €12)

Vorrei individuare senza alcuna pretesa di completezza alcune delle possibili virtù verdi che possono avere un loro peso anche nell’etica politica.
                     La prima di queste virtù  … è la consapevolezza del limite. La presa di coscienza verde tende ad invertire un paradigma culturale egemone almeno negli ultimi due, tre secoli nel corso dei quali si è affermata per ragioni economiche e anche per ragioni culturali la linea del “tutto quello che si può fare, si fa” (…). Ma la logica del continuo accrescimento, a spirale espansionistica è una logica in crisi e non solo perché le risorse ad un certo momento si mostrano finite e quindi limitate.
                   Un’altra virtù verde è quella dell’auto-limitazione e in particolare della rinuncia a tutto ciò che in qualche modo provoca conseguenze irreversibili generali. Oggi molte delle scelte che si compiono, non solo nel campo della manipolazione genetica, ma anche in ambiti più modesti come la costruzione di strade (…) sono scelte che appaiono in larga misura irreversibili.
In questo senso forse, la virtù dell’auto-limitazione, e probabilmente un atteggiamento di maggiore modestia rispetto alla possibile onnipotenza che oggi l’umanità tende a dispiegare, significa rivalutare un obiettivo che sicuramente tutti hanno un po’ sottovalutato e cioè l’equilibrio. Oggi parliamo di rispristino dell’equilibrio  e dove questo non è possibile chiediamo di non aggravare almeno le condizioni di degrado. Purtroppo talvolta (…) assumiamo un atteggiamento simile a quello del tossicodipendente o dell’alcolista che sanno benissimo che bere e fumare e prendere certe sostanze gli fa male (…) però non riesce a smettere perché è profondamente parte di un circolo vizioso.
                   Credo che un’altra delle virtù verdi praticabili possa essere quella del pentimento, o forse di tendenziale conversione ecologica. La conversione non è solo un termine spirituale, ma anche un termine produttivo, economico. Allora è virtù verde riconvertire la nostra economia, la nostra organizzazione sociale verso rapporti di maggiore compatibilità ecologica e di maggiore compatibilità sociale, di minore ingiustizia, di minore divaricazione sociale, di minore distanza tra privilegi da una parte e privazioni dall’altra.


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