Palermo – Igor Scalisi Palminteri, l’eclettico artista palermitano che si esprime con la pittura, la scultura, la fotografia, è uno dei pochi che nel capoluogo siciliano ha deciso di restare, come ha dichiarato in un’intervista: «La mia strada l’ho trovata in questa dimensione, quella del fare le cose con gli altri e preoccuparmi della mia città e del sociale. Il mio posto è qui e voglio contribuire al miglioramento della mia città. Ci credo, e spero sia quello che sto facendo in questo momento».
Laureato in pittura all'Accademia di Belle Arti di Palermo, l’artista ha esposto le sue opere sia in Italia che in alcune città europee, con mostre collettive o personali. A Palermo è molto impegnato nel sociale; in particolare, organizza laboratori creativi con bambini e ragazzi a rischio, nei quartieri disastrati delle periferie. Nell’estate del 2018, dopo la realizzazione del murale dedicato a San Benedetto il Moro in occasione dell'undicesima edizione dell’iniziativa "Mediterraneo antirazzista", ha coordinato il progetto di creazione di cinque murales nel quartiere Albergheria di Palermo e vi ha contribuito con una magnifica santa Rosalia, la ‘santuzza’ protettrice della città, assieme a san Benedetto.
Nel comune di Contessa Entellina - borgo arbëreshë, cioè di origine albanese, con rito greco-bizantino, a circa 80 km. da Palermo – Igor Scalisi Palminteri ha realizzato un grande murale dedicato a Eleonora d'Aragona: nipote del re di Sicilia Federico III, vissuta nella seconda metà del 1300, la contessa Eleonora si sposò, governò e morì nel cuore interno della Sicilia, tra Giuliana e Caltabellotta; il suo monumento funebre fu eretto nel monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, nei pressi di Contessa Entellina. La bellezza di Eleonora fu immortalata da Francesco Laurana, scultore di origini dalmate, che realizzò intorno al 1468 il magnifico busto marmoreo oggi custodito al museo Abatellis di Palermo: il volto di Eleonora è perfetto, di una delicatezza estrema, un capolavoro dell’arte rinascimentale.
“Non sono solito dipingere regnanti o potenti; preferisco santi protettori, artigiani, povera gente - dice Igor Scalisi Palminteri - ma in questo caso mi ha convinto la figura di Eleonora, signora amata dal popolo. E, soprattutto, il confronto con una scultura: la tridimensionalità mi ha sempre affascinato, la vera sfida è stata trovare un modo per riprodurne la profondità. Non ho interpretato, le linee sinuose e ieratiche già bastano: è come se avessi fatto la cover di una canzone. La mano del Laurana, la delicatezza dell’ovale, la signorilità che sembra sprigionare dall’intera figura della nobildonna, la sua storia che ha attraversato i secoli: tutto mi ha portato ad amare Eleonora, a volerla rendere viva”. Il grande murale che raffigura Eleonora d’Aragona è parte del progetto del Comune “Mecenati di noi stessi”, che proseguirà con altre realizzazioni artistiche: allo scultore palermitano Vincenzo Muratore è stata commissionata una scultura dell'eroe albanese Skanderberg. Vicino al murale della nobildonna siciliana, Igor Scalisi Palminteri ha già disegnato un secondo affresco che riproduce lo stemma del Comune: la nera aquila bicipite e coronata, simbolo d'Albania, che tiene tra le zampe un nastro con il nome di Contessa Entellina.
Intanto a Palermo, nel quartiere Brancaccio, a piazza Anita Garibaldi in un palazzo vicino all’abitazione del prete – ora divenuta casa/museo - Palminteri ha ultimato il murale, alto ben nove metri, raffigurante padre Pino Puglisi, ucciso dai mafiosi il 15 settembre 1993, proclamato beato dalla Chiesa cattolica il 25 maggio 2013, proprio otto anni fa.
"Quando fai don Pino alto tre piani, stai dicendo che hai spento una vita e hai acceso un incendio", dice Alessandro De Lisi che ha curato il progetto "Spazi Capaci/Comunità Capaci" della Fondazione Falcone e del Ministero dell'Istruzione per il ventinovesimo anniversario della strage.
Grazie al murale di Igor Scalisi Palminteri, il sorriso magnetico di don Pino torna a vivere nel suo quartiere e continua a vegliare sui ragazzi che giocano nel campetto di calcio, a lui intitolato. E lo sguardo luminoso di don Pino sembra donare a Palermo nuova forza e una rinnovata speranza.
Maria D'Asaro, il Punto Quotidiano, 30.5.21