mercoledì 19 maggio 2021

Il farmaco nella relazione di cura

Vincent van Gogh: Iris
      Pensare la psicofarmacologia analizzando il significato relazionale del farmaco nell’ottica della Gestalt Therapy, evidenzia come, al di là delle specifiche qualità del farmaco, la prescrizione assume valore terapeutico dal contesto relazionale nel quale la modalità di porsi del medico e del paziente si declina e si evolve.
     La prescrizione del farmaco si iscrive quindi all’interno dell’orizzonte relazionale dal quale di volta in volta ricava significato e prospettiva di intervento.
       L’associazione americana dei direttori della scuola di specializzazione in Psichiatria, in un documento del 1990, ha posto con grande preoccupazione l’irrinunciabile necessità di formare psichiatri capaci di integrare psicoterapia e farmacoterapia, per evitare le gravi conseguenze di una psichiatria affidata alle sole conoscenze neurobiologiche senza la consapevolezza dei fenomeni psicologici che si sviluppano nella relazione terapeutica.
      Si tratta della necessità di integrare in modo creativo, nel campo della pratica clinica, il sapere biologico e il sapere psicologico, nel tentativo di superare l’ultra millenaria scissione e contrapposizione tra corpo e psiche, la sterile controversia tra biologismo e psicologismo.
    La Gestalt Therapy possiede questa possibilità creativa di integrazione proprio nei suoi fondamenti epistemologici, per la prospettiva olistica e relazionale della natura umana che la contraddistingue. Ѐ nell’ottica olistica (…) che si supera la dicotomia soma/psiche.
       L’elemento fondamentale che consente quest’integrazione è costituito essenzialmente dalla dimensione relazionale del ‘prendersi cura’ della sofferenza psichica. Nella GT terapeuta e paziente vengono visti come ‘globalità relazionale’ e la chiave di lettura dei processi terapeutici risiede nell’intenzionalità di contatto, cioè nel modo in cui entrambi sperimentano il contatto tra di loro in una relazione che si evolve.
   Consapevoli che la risposta globale alla sofferenza conduce a risultati terapeutici più efficaci e duraturi nel tempo, guardare il processo terapeutico nella sua ‘globalità relazionale’ consente l’integrazione dei diversi interventi di psicoterapia e di farmacoterapia, con un’azione (…) sinergica.

Salonia, Conte, Argentino:Devo sapere subito se sono vivo (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2013). 
Il brano riportato è tratto dal capitolo scritto dalla dottoressa  Paola Argentino:
 La dimensione relazionale della psicofarmacologia: dalla compliance al transfering gestaltico,  
pag. 248/249  


2 commenti:

  1. La somministrazione di psicofarmaci è una violenza assurda.
    C'è sempre un motivo dietro a una depressione. Se uno lo trova la malattia non esiste più.

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  2. @Gus O.: faccenda complessa quella della somministrazione degli psicofarmaci. Per quello che ho capito, parlando con amici neuropsichiatri, bisogna valutare caso per caso. Quando ci sono forti scompensi le 'goccine' possono aiutare...

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