sabato 30 giugno 2018

Polvere di stelle



Polvere
Di stelle …
Pulsa nel cuore
l’amore, ricevuto e donato.
Infinito.







(Oggi è morto il prof. Angelo Baccarella, una persona bellissima.
Un abbraccio a Rosa, sua meravigliosa compagna, e agli splendidi Joseph e Marta)

mercoledì 27 giugno 2018

Alda Merini: mistica della meraviglia

Milano - Foto mari@solcare
Amore,
vola da me
con l’aeroplano di carta
della mia fantasia,
con l’ingegno del tuo sentimento.
Vedrai fiorire terre piene di magia
e io sarò la chioma d’albero più alta
per darti frescura e riparo.
Fa’ delle due braccia
due ali d’angelo
e porta anche a me un po’ di pace
e il giocattolo del sogno.
Ma prima di dirmi qualcosa
guarda il genio in fiore
del mio cuore.
Alda Merini

Metti il freddo di una sera d’inverno, la luce inadatta di una sala che non è da conferenze. Fumo di sigaretta e una vecchia in ciabatte. E ragazzi foresti, venuti fin sui Navigli per lei, il poeta. Selvatici di scuola alberghiera, libri letti pochi, poeti meno. Eppure inchiodati, il silenzio sospeso, gli occhi sgranati, davanti alla vecchia che legge poesie, parla di maternità e di amore. La vecchia all’apparenza brutta, sciatta. In ciabatte. 

Ma i ragazzi foresti non riescono a non domandarle: “Che cos’è per lei la bellezza?”. “Perché, non mi vedi?”. Nessun paio di occhi, di labbra, che dubiti. “Al suicidio non ci ho mai neanche pensato, non credete”, aveva anche risposto. Eppure, per sicurezza, le avevano tagliato anche il gas. Gente che mai l’aveva vista né ascoltata, c’è da pensare. 

Ma aveva la forza, a suo modo incontestabile, di farsi ascoltare. Che non derivava solo da cultura né da bravura. Da eleganza anticonvenzionale meno che mai. (…)
In realtà la forza mediatica che l’aveva strappata all’oblio la signora stracciona, la mistica della meraviglia (“Son sempre rimasta fedele/ alla mia meraviglia:/ mi meraviglio/ di un peccato impunito/ e della grazia inattesa”) l’attingeva a qualcosa di profondamente diverso. (…)
Il mistero della sua poesia – che superava i limiti della malattia dello stereotipo della malattia, della povertà e dello stereotipo della povertà, dell’arte e dello stereotipo dell’arte; della mistica e dello stereotipo della mistica – sta tutto nel fatto che la sua persona e la sua parola miracolosamente coincidevano. In un aspetto di non volontarietà, di pura grazia. 
Una disponibilità incondizionata (“il libro prima di nascere Dio lo deposita in te come una manciata di fango che diventa luce”), che rende misteriosamente giustizia anche alla cultura e alla poesia: “Domandano tutti come si fa a scrivere un libro. Si va vicino a Dio e gli si dice: feconda la mia mente, mettiti nel mio cuore e portami via dagli altri, rapiscimi. Così nascono i libri, così nascono i poeti”. 
(“Corpo d’Amore”, Alda Merini).  

(Articolo tratto da: Il regalo di Alda Merini/Il Foglio)










(Foto scattate a Milano da mari@dasolcare: alcune in un parco zona Milano Nord, altre ai Navigli)

domenica 24 giugno 2018

Manifesta 12: Palermo capitale europea dell'arte


      Con circa cinquanta artisti internazionali che hanno esposto le loro creazioni e installazioni in varie sedi della città, il sedici giugno è stata inaugurata a Palermo la 12° edizione di Manifesta, mostra itinerante di arte visuale contemporanea. La prima edizione di Manifesta ebbe luogo a Rotterdam nel 1996, su idea della storica dell’arte Hedwig Fijen, ancora oggi alla guida dell'evento insieme a Peter Paul Kainrath, con il sostegno di varie organizzazioni artistiche governative nazionali e  di un team di specialisti internazionali.
L’iniziativa, che dal 1996 viene ospitata ogni due anni in una diversa città europea, nacque con lo scopo di creare una piattaforma paneuropea per le espressioni artistiche contemporanee, dopo il riavvicinamento delle varie anime del continente reso possibile dalla caduta del muro di Berlino e la scomparsa della cortina di ferro tra i paesi dell’est e quelli dell’ovest. La Città di Palermo è stata selezionata dal comitato di Manifesta per la sua rilevanza su due temi fondamentali per l’Europa contemporanea: migrazione e condizioni ambientali. La ricchezza storica e antropologica della città – dove, da circa venti secoli, risiedono gruppi umani diversi, con significative connessioni con l’Africa del Nord e il Medio Oriente – si riflette sulla società multiculturale palermitana, posta nel cuore del Mediterraneo. Non a caso il tema di Manifesta 12 è Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza.
Per approfondire i temi della biennale, i visitatori possono partecipare alle visite accompagnati da una guida - chiamata Giardiniere - ed esplorare le tre principali sezioni della mostra: Garden of FlowsOut of Control Room e City on Stage. Simili ai veri giardinieri, le guide propongono ai visitatori spunti, notizie e riflessioni, seminando e facendo crescere semi di cultura e curiosità. In particolare, le visite nella sezione Garden of Flows (ospitate  all’Orto Botanico e a Palazzo Butera) esplorano i temi della tossicità, della vita delle piante e della cultura del giardinaggio; la sezione Out of Control Room indaga e approfondisce il ruolo del potere nel regime attuale di flussi globali e costanti cambiamenti (i progetti artistici di tale settore sono presentati a Palazzo Ajutamicristo e a Palazzo Forcella De Seta)la visita guidata della sezione City on Stage riguarda infine le opere in dialogo diretto con la città, le sue comunità, le sue tradizioni e gli spazi pubblici: tali creazioni sono disseminate in tutta l’area urbana (a Pizzo Sella, ZEN, Chiesa di S. Maria dello Spasimo, Giardino dei Giusti, Volpe Astuta, Quattro Canti e Costa Sud).
“La presenza di Manifesta 12 quest’anno a Palermo è un’opportunità fantastica per la città, per rafforzare la sua identità locale e internazionale, per apprezzare il significato della sua dimensione e identità mediterranea e mediorientale: Palermo ha portato Manifesta nel Mediterraneo e il Mediterraneo in Europa.” – ha dichiarato Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo. L’edizione palermitana di Manifesta 12 sarà la più lunga tra quelle sinora organizzate e terminerà il 4 novembre 2018. I vari siti artistici saranno fruibili dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 20.00, alcuni a ingresso libero.
Infine - da un’idea di Daniele Di Gregoli - un omaggio analcolico alla biennale: un cocktail floreale e profumato, che ha come ingredienti sciroppo alle rose, ginger beer, zenzero fresco grattugiato, essenza di scorza d’arancia. Con “Manifesta” – questo il nome del cocktail – un brindisi  dunque a Palermo, nel 2018  capitale due volte: dell’arte e della cultura.
Maria D’Asaro  - Il Punto Quotidiano


martedì 19 giugno 2018

Amor, che move il sole e l'altre stelle ...


"Come il chicco che germoglia, non c'è gesto fatto con amore, non parola, non carezza che prima o dopo, anche se non vedremo mai quando, dove, come... non porterà il suo frutto. Anche la più piccola attenzione, quasi invisibile, darà frutto. Non c'è nulla che, fatto con amore, sia inutile e non porti crescita".
          (dall’omelia, domenica 17 giugno scorso, di p.Giovanni Salonia; ringrazio Agata Pisana per la condivisione in FB)




"Tutti dobbiamo morire, tutti quanti, che circo! Non fosse che per questo dovremmo amarci tutti quanti e invece no, siamo schiacciati dalle banalità, siamo divorati dal nulla."  Bukovki





Non ti affannare a seminare
noie e affanni nelle tue giornate
e in quelle degli altri,
non chiedere altro che una gioia solenne.
Non aspettarti niente da nessuno.
E se vuoi aspettarti qualcosa,
aspettati l'immenso, l'inaudito.
(F.Arminio)                                   

(ringrazio Albertina per la condivisione in FB)











“Qualsiasi gesto o dono scaturito dall'amore è potente, giusto,indelebile".

 Stephen Littleword,  Piccole cose









(Foto mari@dasolcare: Siracusa. Grazie a Paola per la cura dei fiori e a sr.Rosamaria per ... la cura)

domenica 17 giugno 2018

Un cavallo per amico per ragazzi speciali

       Trentanove ragazzini dai sei agli undici anni – alcuni con sindrome di down,  altri con autismo o con situazioni familiari e vissuti personali difficili e dolorosi - alunni di sette scuole primarie di Palermo, in primavera hanno fatto lezione in modo diverso: all’aperto, a contatto con la natura, in un maneggio cittadino, con cavalli e cani come “insegnanti”. 
       L’organizzazione dell’esperienza educativa è stata possibile grazie alla sinergia tra le scuole, il servizio contro la Dispersione scolastica del comune di Palermo e l’Osservatorio “Maredolce”, diretto dal Preside Vito Pecoraro, che coordina nella periferia est del territorio cittadino la rete di scuole per la promozione del successo formativo. Operatori sociali e docenti della rete hanno progettato questo particolare momento didattico nella consapevolezza che, per sollecitare la crescita cognitiva e relazionale di bambini con problemi, bisogna ricorrere a una pluralità di stimoli comunicativi, variando e arricchendo l’ambiente di apprendimento.
           Ad aprile e maggio scorso quindi, per due giorni a settimana, i normali ritmi scolastici di questi ragazzini ‘speciali’ si sono intrecciati con la possibilità di un contatto ravvicinato, diretto e nutriente, con gli animali: prendere contatto con loro, cavalcare e prendersi cura dei cavalli, dando loro il cibo e aiutando gli addetti a pulirli e a mettere in ordine la stalla, giocare con Pepe, cagnolino vivace e affettuoso, è stato per tutti un momento coinvolgente, emozionante, indimenticabile.
Morena, cavalla bianca paziente e docile, si è fatta accarezzare e cavalcare da tutti i ragazzini, alcuni dei quali sono riusciti persino ad andare al trotto e a saltare alcuni ostacoli. 
Pepe, Morena e gli altri animali hanno compiuto un miracolo che talvolta non riescono a fare neppure gli umani: donare ai ragazzi fiducia in se stessi, un sorriso e la gioia di vivere.
          Maria D'Asaro: Il Punto Quotidiano.



sabato 16 giugno 2018

Vele spiegate

J.Sorolla: Vele Valenciane (1908)


Salpa ...
Vele spiegate
Vascelli di parole
Verso luminose isole nuove
Felici.

giovedì 14 giugno 2018

Weltanschauung

Henri Matisse: Conversazione (1908-1912)
                 Palermo, otto di mattina, fermata di un autobus di linea: c’è una donna con gonna lunga a fiori, maglietta marrone, cerchi argentati alle orecchie, capelli lunghi di un biondo pallido e stinto che narrano i suoi sessant’anni. Un’ombra di rossetto dice però la sua voglia di mantenere ancora la sua femminilità. La signora mi avvicina con garbo: con aria gentile mi propone un “volantino religioso”. Declino con pari gentilezza l’offerta, facendole intuire che la penso diversamente sulla questione. 
       Accanto a lei, in silenzio, ma all’erta ed attento, un signore imponente, con borsello, pantaloni marrone e cravatta pendant, camicia a righe scura, capelli azzimati, sguardo concentrato e sicuro. Parlottano insieme a bassa voce. Li intuisci compagni di fede e di vita. Ti sembrano inossidabili. Ti ritrovi a invidiare bonariamente la loro weltanschauung: ferrea, semplice, indiscutibile.  Universo lontano anni luce, in cui la – presunta - verità sembrerebbe rimare con stabilità e serenità.
Maria D’Asaro

martedì 12 giugno 2018

A servizio della verità

Ilaria Alpi
                       Rischiano la vita in Italia i giornalisti che si occupano con competenza e coraggio di inchieste scottanti, specie nei territori controllati dalla criminalità organizzata: negli ultimi anni, ben 267 hanno avuto minacce di vario genere e diciannove vivono attualmente sotto scorta. 
          Tra coloro che, nel passato, in Sicilia  hanno pagato con la vita il loro impegno anti-mafia e le loro coraggiose inchieste, ricordiamo Tullio De Mauro, scomparso misteriosamente nel 1971; Mario Francese, ucciso dai corleonesi nel 1979; Giuseppe Fava, direttore del giornale “I Siciliani”, ucciso a Catania nel 1984; Beppe Alfano, ucciso nel 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.
Paolo Borrometi
       Di recente è stato minacciato di morte il giornalista ragusano Paolo Borrometi, che vive  da quattro anni sotto scorta. Borrometi è autore di varie inchieste sulla presenza di Cosa Nostra in Sicilia orientale: in particolare sul traffico di droga dal porto di Gioia Tauro alla provincia di Ragusa, sui mercati ortofrutticoli di Vittoria e sui rapporti tra mafia e politica in alcuni comuni siciliani. 
Le cose non vanno meglio, fuori del nostro Paese. Secondo l’ultimo rapporto di Reporters sans frontières, nel 2017 sono stati sessantacinque i giornalisti uccisi nel mondo nell’esercizio del loro lavoro: cinquanta professionisti, sette blogger e otto collaboratori. Raddoppiato il bilancio di giornaliste uccise: dieci nel 2017, a fronte delle cinque del 2016; tutte – secondo Reporters sans frontières - “giornaliste d’inchiesta esperte e combattive, dalla scrittura pungente. Nonostante le minacce, continuavano ad indagare e a svelare casi di corruzione e altre vicende riguardanti autorità politiche o gruppi mafiosi.” Tra esse, Daphne Caruana Galizia, uccisa a Malta, Gauri Lankesh, uccisa a Bangalore, in India, e Miroslava Breach Velducea, uccisa in Messico. Il triste primato del Paese più pericoloso per la stampa resta alla Siria, con dodici giornalisti assassinati, davanti al Messico, con ben undici cronisti uccisi. Alla Cina invece la maglia nera per il più elevato numero di giornalisti in prigione, con cinquantadue cronisti imprigionati, seguita a ruota dalla Turchia.
Giovedì sette giugno scorso, la città di Latina ha dedicato una piazza ad Ilaria Alpi, giornalista radiotelevisiva italiana uccisa in Somalia il 20 marzo 1994 con il cine operatore Miran Hrovatin. Nella speranza che di Ilaria – e di tutti i giornalisti uccisi per la loro ricerca di verità – si onori la memoria e si continui a chiedere giustizia.
Maria D'Asaro
Il Punto Quotidiano



(È morta proprio oggi Alpi, madre di Ilaria (...). Si è spenta senza mai conoscere la verità sull'omicidio della figlia, senza che i veri responsabili del delitto venissero mai arrestati.           
Uno dei suoi ultimi pensieri, qualche tempo fa, è stato per Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni, alla quale  aveva augurato di non dover aspettare, come accaduto a lei, 24 anni senza mai poter conoscere la verità sulla morte del figlio.  Da qui).

domenica 10 giugno 2018

Saluti e baci dall'Arco Azzurro

Arco Azzurro (Santa Flavia - Palermo)
         L’Arco Azzurro, ponte naturale che unisce due tronconi di roccia a strapiombo sul mare a pochi chilometri da Palermo, vicino ai comuni di Santa Flavia e Bagheria, è stato riaperto alla fruizione del pubblico già da aprile scorso.
Al momento è visitabile nei fine settimana ma, dal due giugno prossimo, lo sarà ogni giorno. L’Arco azzurro è stato reso celebre in tutta l’Italia negli anni ‘70 dallo spot di una nota marca di cioccolatini, che pubblicizzava proprio lì i suoi “baci”. Inaccessibile da decenni, la riapertura del geosito si deve al lavoro di alcune associazioni (Natura e Cultura, SIGEA, LIPU, ASD Master e Coop) che hanno adesso la gestione dell'area, di proprietà comunale. Un biglietto di due euro permette ai visitatori di passeggiare sull’arco e di conoscere, attraverso cinque pannelli didattici, la storia del luogo, la geologia dell’arco roccioso e le caratteristiche di flora e fauna marina del circondario. 
E allora, per chi si trova a passare da Palermo, l’invito è di prolungare la visita con una passeggiata di una decina di chilometri verso la costa est e di ammirare dal vivo la suggestiva bellezza naturale. Ancora meglio se con l’anima gemella al proprio fianco …
Maria D'Asaro






venerdì 8 giugno 2018

Coraggio

Castellammare del Golfo - Castello (mari@dasolcare)




Avanza
Con saggezza
Tra soste forzate
E balzi da leone.
Coraggio …   

martedì 5 giugno 2018

Azzurro





Azzurro
Da scoprire,
Filosofia d'a-mare:
Abbraccio fecondo natura/creatura.
Respiro.         

























domenica 3 giugno 2018

Peppino spiegato ai ragazzi

         A chiusura delle commemorazioni per il quarantesimo anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, presentati il 31 maggio a Palermo, presso la libreria Feltrinelli,  due libri  a lui dedicati: Peppino Impastato, martire civile di Augusto Cavadi (ed. Di Girolamo, Trapani, 2018, € 9.90) e Tutti in campo. E tu conosci Peppino Impastato? (Navarra editore, Palermo, 2018, € 10).
        Questo secondo libretto ha una particolarità: è dedicato ai ragazzini dai dieci ai quattordici anni, tra la quinta elementare e la terza media.
       Le trentadue paginette della pubblicazione sono frutto della collaborazione di due docenti di scuola primaria: Adriana Saieva e Melania Federico, che presentano ai ragazzini la figura di Peppino evitando i tre errori comunicativi più frequenti commessi dagli educatori quando vogliono far conoscere ai ragazzi questioni complesse: la banalizzazione, una presentazione troppo semplicistica e annacquata della vicenda, o magari “buonista” e sdolcinata; oppure la noiosità nel modo di trattare l’argomento; o, addirittura, l’incomprensibilità della comunicazione a causa dell’utilizzazione di categorie e parole astruse e difficili. 
       Perché parlare ai ragazzi  è come entrare in un paese straniero: bisogna avere l’umiltà di imparare un nuovo codice, un nuovo vocabolario; bisogna conoscere le loro abitudini, le loro paure, i loro pensieri, i loro desideri,  i loro interessi. Che sono diversi dai nostri.
Le due insegnanti, in questo volumetto, sono state delle “traduttrici” eccellenti: la storia e la vita di Peppino - ucciso a trent’anni nel 1978 dai mafiosi del suo paese, Cinisi - sono state tradotte nell’universo fluido, in progress degli adolescenti in modo fedele ed efficace nei contenuti, con parole “buone”, chiare semplici, oneste.
          Un altro pregio del libretto è l’incipit della  storia, convincente e creativo: ci sono dei ragazzi – Daniele, Emanuele, Loris e persino una ragazzina, Cristina - che tirano quattro calci a un pallone in un quartiere di periferia di una città che potrebbe essere Palermo o un paese vicino. Ma un tiro un troppo forte e fuori bersaglio fa cadere giù l’insegna di una via: Lungomare Peppino Impastato …  Da qui la vicenda si snoda in modo credibile e avvincente. 
        Il testo contiene anche da una breve biografia di Peppino, le parole toccanti della madre di Peppino, Felicetta, ed è infine impreziosito dalle illustrazioni di Letizia Algeri.

Maria D’Asaro, giornale on line Il Punto Quotidiano