venerdì 4 ottobre 2024

La logica (illogica) della guerra, ieri e oggi

(Un testo prezioso, che ogni persona pensante dovrebbe leggere. A breve, la recensione).

 “Una guerra può durare per molto tempo. Secondo la tradizione, quella di Troia si protrae per dieci anni, quella del Peloponneso con le sue diverse fasi arriva a 27 anno (431-404) e solo la sconfitta siciliana costò ad Atene circa 40.000 uomini.
     Come è possibile che ci si persuada a condurre una guerra per tanto tempo senza guardare al numero delle vittime, almeno quelle proprie? Tali interrogativi valgono anche per molte guerre odierne: una per tutte quella tra Israele e Palestina. (…)
    A Troia, i Greci di Omero a un certo momento credono di essere costretti a tornare in patria, perché dopo nove anni la guerra è ancora incompiuta, l’impresa è irrealizzata e per giunta non se ne vede la fine, come nota Agamennone (…). Però, lo corregge Odisseo, tornare senza avere preso la città significherebbe rompere il patto con Agamennone stesso, disonorare costui e comportarsi come bambini e vedove piagnucolanti, e insomma non essere ‘uomini’: di più «sarebbe vergognoso rimanere qui per lungo tempo e poi tornare a mani vuote». Proseguire la guerra è dunque una questione di principio e di onore, legata al tempo già impiegato. (…)
    Come scrive Alberto Camerotto, «quando si comincia una guerra non si può più tornare indietro». Una volta intrapresa la strada delle armi, appare necessario arrivare alla vittoria, perché il sangue delle vittime apparirebbe essere stato versato inutilmente, il tempo impiegato sembrerebbe essere stato sprecato e il proprio onore risulterebbe intaccato. La questione di principio si rivela pertanto fondamentale e nessuno pensa, invece, al sangue che, con la cessazione della violenza, verrebbe risparmiato.”

Andrea Cozzo, La logica della guerra nella Grecia antica, Palermo University Press, 2024: pagg.85/87 


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