Henri Matisse: Conversazione (1908-1912) |
Palermo, otto di mattina, fermata di un autobus di linea: c’è una donna con gonna lunga a fiori, maglietta marrone, cerchi argentati alle orecchie, capelli lunghi di un biondo pallido e stinto che narrano i suoi sessant’anni. Un’ombra di rossetto dice però la sua voglia di mantenere ancora la sua femminilità. La signora mi avvicina con garbo: con aria gentile mi propone un “volantino religioso”. Declino con pari gentilezza l’offerta, facendole intuire che la penso diversamente sulla questione.
Accanto a lei, in silenzio, ma all’erta ed attento, un signore imponente, con borsello, pantaloni marrone e cravatta pendant, camicia a righe scura, capelli azzimati, sguardo concentrato e sicuro. Parlottano insieme a bassa voce. Li intuisci compagni di fede e di vita. Ti sembrano inossidabili. Ti ritrovi a invidiare bonariamente la loro weltanschauung: ferrea, semplice, indiscutibile. Universo lontano anni luce, in cui la – presunta - verità sembrerebbe rimare con stabilità e serenità.
Maria D’Asaro
Si può invidiare bonariamente al massimo il loro amore ma in questo caso non certo le basi su cui si fonda se non sono le proprie.
RispondiElimina@Daniele: assolutamente d'accordo. Buona settimana.
RispondiElimina