Si osservava il digiuno, non si mangiava carne il venerdì, erano sospese feste e divertimenti. Ai bambini veniva raccomandato di fare i “fioretti”: piccole penitenze quali la rinuncia a un dolce o alla Tv dei ragazzi o la recita del Rosario. Durante la Settimana Santa poi, anche la radio e la televisione si adeguavano al clima penitenziale: in Tv erano sospese le trasmissioni di intrattenimento; alla radio c’erano solo notiziari e musica sacra e, con suo grande dispiacere, Maruzza doveva rinunciare alla “Hit parade” di Lelio Luttazzi.
Ma, per certi versi, per lei era quaresima tutto l’anno. Perché viveva con una zia così oscurantista da far impallidire, al confronto, il più osservante dei talebani. Se Maruzza, ormai sospesa in quella terra di nessuno tra l’infanzia e l’adolescenza, indossava una gonna appena sopra il ginocchio, la zia in questione la riprendeva prontamente e invitava la madre della nipote a vigilare sui costumi e gli abiti della ragazzina.
Ancora, se lei voleva uscire e, magari, andare a ballare, la zia diceva che era peccato. E poi c’era un’altra pesante censura: la reprimenda verso le canzoni che evocavano baci, carezze e gesti d’amore. Se infatti la ragazzina ascoltava alla radio: “Chi non lavora non fa l’amore”, l’immancabile commento della zia era che quelle canzoni erano una porcheria: - Di questo passo chissà dove arriveremo. - Se la zietta era nelle vicinanze, da fanciullina accomodante, lei abbassava il volume della radio perché le parole peccaminose non arrivassero alle sue orecchie e le sue critiche censorie non disturbassero l’ascolto di quelle note.
Un giorno accadde l’imprevisto. Mentre la radio trasmetteva “Ventiquattromila baci”, il nonno, con cui Maruzza giocava a carte, esclamò: ”Bella, bella ‘sta canzuni … alza il volume, voglio ascoltarla meglio …” Da allora, visto che il nonno si era mostrato fan di Celentano, ogni volta che la radio trasmetteva sue canzoni, il volume, anziché abbassato, veniva aumentato.
La zia protestava: “Ma che razza di canzoni sono queste?”. Maruzza, pronta, replicava: “Queste piacciono al nonno … gli piace Celentano!”. A questo punto, alla zia non rimaneva che allontanarsi, scuotendo la testa per i gusti balzani dell’irredimibile genitore.
Anche la mia mamma mi racconta che, quando era piccolina, la settimana santa era davvero una settimana santa, specialmente in tv. In famiglia, però, si preparavano e si preparano tuttora i cudduraci - quindi il giovedì santo dedicato ai biscotti era ed è una vera e propria festa, in attesa della Pasqua (anche se quest'anno mi hanno esonerata dalla preparazione perché sono influenzata!).
RispondiEliminaBuona Pasqua, Maruzza :).
Veronica bedda: nei paesini della Sicilia, durante la Settimana santa anche adesso si preparano i biscotti. Mia cugina preparerà un dolce di zucchero e farina a forma di colomba con un uovo sodo incorporato. Come sono i cudduraci? Buona Pasqua anche a te Veronica!
RispondiEliminaI cudduraci sono biscotti di farina, uova e zucchero con le uova sode incorporate!! Ma sono calabresi (metà delmio sangue è calabrese). Non mi sembrano molto diversi dai tuoi! Le forme sono le più diverse, dai cestini alle colombe alle trecce.
EliminaUn quadretto musicale e di famiglia molto carino! Buona Settimana Santa e 24 mila baci di saluto ;)
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RispondiElimina«Ma che razza di canzoni sono queste?» 24mila baci, Maruzza.
RispondiEliminaDivertente e un pochino commovente.Potenza della musica, e del tempo che cambia le abitudini e i costumi.
RispondiEliminaE c'è un nonno moderno e comprensivo che sembra inviato dalla Provvidenza.
Molto bello.
Buona Pasqua,Costantino