A chiusura delle commemorazioni per il quarantesimo anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, presentati il 31 maggio a Palermo, presso la libreria Feltrinelli, due libri a lui dedicati: Peppino Impastato, martire civile di Augusto Cavadi (ed. Di Girolamo, Trapani, 2018, € 9.90) e Tutti in campo. E tu conosci Peppino Impastato? (Navarra editore, Palermo, 2018, € 10).
Questo secondo libretto ha una particolarità: è dedicato ai ragazzini dai dieci ai quattordici anni, tra la quinta elementare e la terza media.
Le trentadue paginette della pubblicazione sono frutto della collaborazione di due docenti di scuola primaria: Adriana Saieva e Melania Federico, che presentano ai ragazzini la figura di Peppino evitando i tre errori comunicativi più frequenti commessi dagli educatori quando vogliono far conoscere ai ragazzi questioni complesse: la banalizzazione, una presentazione troppo semplicistica e annacquata della vicenda, o magari “buonista” e sdolcinata; oppure la noiosità nel modo di trattare l’argomento; o, addirittura, l’incomprensibilità della comunicazione a causa dell’utilizzazione di categorie e parole astruse e difficili.
Perché parlare ai ragazzi è come entrare in un paese straniero: bisogna avere l’umiltà di imparare un nuovo codice, un nuovo vocabolario; bisogna conoscere le loro abitudini, le loro paure, i loro pensieri, i loro desideri, i loro interessi. Che sono diversi dai nostri.
Le due insegnanti, in questo volumetto, sono state delle “traduttrici” eccellenti: la storia e la vita di Peppino - ucciso a trent’anni nel 1978 dai mafiosi del suo paese, Cinisi - sono state tradotte nell’universo fluido, in progress degli adolescenti in modo fedele ed efficace nei contenuti, con parole “buone”, chiare semplici, oneste.
Un altro pregio del libretto è l’incipit della storia, convincente e creativo: ci sono dei ragazzi – Daniele, Emanuele, Loris e persino una ragazzina, Cristina - che tirano quattro calci a un pallone in un quartiere di periferia di una città che potrebbe essere Palermo o un paese vicino. Ma un tiro un troppo forte e fuori bersaglio fa cadere giù l’insegna di una via: Lungomare Peppino Impastato … Da qui la vicenda si snoda in modo credibile e avvincente.
Il testo contiene anche da una breve biografia di Peppino, le parole toccanti della madre di Peppino, Felicetta, ed è infine impreziosito dalle illustrazioni di Letizia Algeri.
Maria D’Asaro, giornale on line Il Punto Quotidiano
Bellissime iniziative! Ricordo di aver cnonosciuto Impastato solo quando è uscito il film I cento passi. Prima, a livello nazionale, non se ne parlava mai. Ora la sua storia è un appuntamento più o meno costante. Nel corso degli anni la comunicazione sulla mafia è cambiata, ogni anno se ne parla sempre di più. Ho i ricordi un po’ confusi perché ero una bambina, ma ho la percezione che dopo la morte di Falcone e Borsellino si sia cominciato a parlarne in modo molto più capillare, facendola approdare anche al cinema in modo Più o meno divulgativo (ricordo che in poco tempo uscirono Il giudice ragazzino o La scorta). Parlarne, usando codici diversi, è sicuramente positivo.
RispondiElimina@Veronica: è proprio così. Di una persona così significativa come Peppino si può - e si deve - parlare in "lingue" diverse ... Buona settimana.
RispondiEliminaCoinvolgere in queste commemorazioni i ragazzi è fondamentale per rendere le stesse non sterili celebrazioni di un triste passato ma un monito ed un insegnamento per avere ben chiaro cosa va combattuto in futuro, anzi nel presente perché la mafia già esiste, e se non la si affronta, continuerà a prosperare.
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