P.Picasso: ragazzo nudo (1907) |
A scuola, non siamo riusciti a fargli conseguire la licenza media. Veramente non siamo riusciti neppure a farlo frequentare regolarmente.
Me lo ricordo bene, A., in prima media, otto anni fa: piccolo, biondino, spaurito, con una paura e una rabbia molto più grandi di lui: orfano di padre, sua madre, una settimana sì e una no, millantava che avrebbe richiesto il nulla osta per fargli frequentare una scuola nel centro storico, a Ballarò, dove vivevano i nonni.
Ma A. non frequentava né la nostra scuola né l’altra, presunta. Intanto, dalle 8 alle 17, era in affidamento a una struttura educativa. E, in classe, quando andava bene, veniva uno o due giorni a settimana.
Per A. c’è stato forse il record quantitativo di segnalazioni all’Ufficio Dispersione Scolastica del Comune, ai Servizi Sociali, al Tribunale dei Minori. A scuola, c'era il tentativo di coinvolgerlo e interessarlo con la musica, la pittura, con il lavoro in piccoli gruppi, con i laboratori. Niente. O rimaneva a casa – sua madre diceva che non riusciva proprio a convincerlo – o, quando veniva, scappava dalla classe e si nascondeva da qualche parte. O in classe ‘faceva il pazzo’.
In un modo o nell’altro, con due bocciature, A. è arrivato in terza media. Poi, da dicembre, non si è più visto: abbandono, ulteriori inutili segnalazioni. Intanto aveva compiuto 16 anni e venne iscritto d’ufficio a un Corso di istruzione per adulti, dove forse non è mai arrivato.
Qualche settimana fa, ha ucciso a colpi di pistola un uomo di 46 anni che gli avrebbe impedito di fidanzarsi con la figlia. Questa la versione di A., che qualche ora dopo il delitto si è costituito.
Con A. abbiamo sbagliato tutto, abbiamo sbagliato tutti. Noi scuola, che non siamo riusciti a stabilire un canale comunicativo e farlo respirare in un contesto nutriente e formativo; i servizi sociali… sua madre… la struttura che lo aveva in custodia educativa sino alle 17… la neuropsichiatria che lo ha più volte visitato… il Tribunale dei Minori…
A chi scrive resta la pena infinita di una sconfitta annunciata.
Un appello, ai/alle docenti che leggeranno: cerchiamo di farli venire a scuola, i ragazzini. Magari un nostro sorriso, una nostra parola, una nostra lezione, un nostro gesto possono fare la differenza tra una normalità riacciuffata, anche se con estrema fatica, e il baratro nero della violenza e della morte sociale.
Assai triste questa storia.Sara` anche vero che sono stati fatti errori,ma sono stati impiegati tanti tentativi e strumenti... A volte non si puo` non pensare a Qualcosa di imperscrutabile che sfugge alla nostra razionalita`!
RispondiElimina@Unknown: grazie della visita e dell'accorato commento. Ci sono forse destini segnati in negativo che solo un miracolo di cura potrebbe cambiare... Buona giornata.
EliminaTerribile epilogo purtroppo non si riesce a salvarli tutti e voi docenti siete lasciati soli senza uno Stato che veramente li aiuti.
RispondiElimina@Daniele: grazie dell'accorato commento. Buona giornata.
Elimina@Giovanni: grazie della visita e del commento. Buona serata e buona domenica.
RispondiEliminami ricorda tristemente quando facevo l'insegnante di sostegno!
RispondiElimina@Simonetta: già... grazie della visita e del commento. Un abbraccio.
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