martedì 8 marzo 2022

8 marzo di lutto

G.Klimt: Le tre età della donna
     Quando la sua vicina diceva che la pandemia era cosa terribile e nuova, nostra signora le ricordava che c’era stata già la spagnola, tra il 1918 e il 1920, con almeno 20, se non 50 o più milioni di morti. La sua vicina la guardava perplessa, convinta che il Covid fosse il peggio del peggio.  Quando era arrivato il vaccino, aveva assistito alle lacerazioni sociali tra chi si vaccinava e chi no e pontificava di dittatura sanitaria. Querelle derubricata come ciarlare pretenzioso ed esagerato di un tempo insulso. 
   Ma quando era scoppiata la guerra in Ucraina, nostra signora era rimasta impietrita. Ancora un assurdo, evitabile avvento funesto di lutti, orrori, inquinamento, sofferenza e macerie. Povere donne ucraine. E povere donne afghane, yemenite, palestinesi, siriane. Povere madri, mogli, sorelle della grande Russia… Finché il potere sulla Terra sarà violento, militarista, bellicista e maschilista non ci sarà alcun 8 marzo da festeggiare.
Maria D'Asaro

(Ecco poi una sintesi delle riflessioni, assai condivisibili, del dottor Giorgio Giorgi:
Marc Chagall: La guerra (1964-66) - Zurigo

     Prima la crisi economica, poi la pandemia, adesso la guerra in Ucraina: non eravamo abituati ad essere toccati personalmente e tanto a lungo da problematiche così radicali, per cui rischiamo di perdere la progettualità, la creatività e la speranza nel futuro. L'incertezza rischia di dominarci e deprimerci.
    In questo scenario, cosa si può fare per non perdere l'equilibrio? A cosa ci si può attaccare per non cadere preda dell'angoscia e del panico?
     Ci spaventano soprattutto le cose che non abbiamo la possibilità di risolvere personalmente. Sui problemi che riguardano tutta l'umanità non abbiamo possibilità di un intervento personale risolutivo immediato, per cui è possibile che ci possa cogliere un senso di impotenza e frustrazione. La soluzione non sta certo nel disinteressarci del sociale e del politico, ma nel rimanere consapevoli che il nostro contributo personale diretto alle vicende collettive è limitato e non immediatamente determinante. Se non teniamo bene in conto ciò, rischiamo di deprimerci, di fare entrare tutto il male del mondo dentro di noi per poi sentirci perduti. Invece il mondo ha bisogno che ciascuno di noi continui a credere nei valori che riteniamo essenziali e che cerchi di difenderli con forza, altrimenti non serviamo a nulla e non contribuiamo a migliorare le cose.
      Per relazionarci sanamente con il mondo, anche coi suoi aspetti più problematici, dobbiamo rimanere integri, non farci distruggere dalle cattive notizie. (…) Abbiamo la fortuna di non essere sotto tiro fisicamente, cerchiamo di mantenere intatta la nostra forza morale e di non farci abbattere dalla paura.
      La vita non è un gioco di bimbi, il mondo reale non è quello del Mulino Bianco, vediamo di non spaventarci troppo se oltre ai genitori che ci amano e ci coccolano scopriamo che esiste anche il lupo cattivo che vorrebbe mangiarci e, come insegna una famosa fiaba, diamoci da fare per costruirci una casa fatta di mattoni e non di paglia o fango.  Se ce ne eravamo dimenticati, ricordiamoci che i lupi cattivi sono sempre esistiti e sempre esisteranno.
        Abbiamo una grande responsabilità individuale che richiede massima fermezza e intatta fiducia nei nostri ideali. Superiamo le paure, i piagnistei e le mollezze. La vita è anche dura e richiede coraggio. Cerchiamo di prenderci cura innanzitutto di noi stessi: dobbiamo rimanere efficienti per contrastare al meglio il male. Non è egoismo o egocentrismo, è prendersi cura di sé per poter essere meglio in grado di aiutare gli altri e il mondo intero ad andare meglio.  La lotta per la vittoria del bene si è sempre combattuta innanzitutto così: mantenendosi efficienti fisicamente e psicologicamente. 
      Il male si combatte facendo il bene, dicono gli antichi libri sapienziali. (…) 
                                              
Giorgio Giorgi, dal suo blog: La poesia della psiche

4 commenti:

  1. Diventa molto difficile mantenere la calma e non farci travolgere dalle notizie che arrivano dall'Ucraina, dopo oltre due anni di pandemia che già ci aveva logorato, fisicamente e psicologicamente. Applaudo a chi ne sarà capace. Nel mio piccolo ci provo, ma non sempre ci riesco.
    Ciao Maria, buona serata.

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    1. @Mariella: hai ragione. Ma, come auspica Giorgio Giorgi, abbiamo quasi il dovere di essere resilienti per aiutare noi stessi e chi è in condizioni peggiori... Ciao Mariella, buon tutto anche a te.

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  2. Psrole importanti quelle di Giorgio Giirgi su cui riflettere

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