giovedì 8 luglio 2021

Si chiamava G.

E.Munch: Davanti al letto di morte (1915)
     Avrebbe gioito per la vittoria degli Azzurri contro la Spagna. Se non fosse morto, a 31 anni, per l’ennesimo incidente stradale notturno, tra il suo ciclomotore e un’auto, in una strada di periferia di Palermo, poche settimane fa, in una tragica notte di giugno. Nella foto su un quotidiano, aveva lo stesso sorriso, lo stesso viso paffuto, quasi da bambino, dei suoi 11 anni. Quando frequentava la scuola media dove nostra signora si occupava di dispersione scolastica. le dava filo da torcere, perché era presente un giorno sì e tre no. A poco servivano colloqui e telefonate con sua madre. Pare che, quando era assente, vendesse fiori vicino al cimitero di sant’Orsola. Poi, più grandino, portava del ferro in un magazzino. G. lascia la moglie e tre bambini. Oggi nostra signora si chiede cosa fare perchè il futuro di quelle creature non sia segnato. Almeno questo, a G, glielo dobbiamo.

4 commenti:

  1. Secondo te è normale pensare che tutti quelli che muoiono pe banali incidenti stradali siano già dei predestinati fin dalla nascita?
    E' successo, tu lo conoscevi, e da persona sensibile provi un dispiacere grande.

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    1. @Gus: forse mi sono espressa in modo troppo sintetico. Sicuramente G. non era predestinato ad andarsene così e certo sono stata toccata dalla sua morte precoce. Ovviamente c'è una storia - scolastica e non - molto più ampia delle scarne 150 parole. Ho pensato che, in generale, forse la vita (e la società) sono state avare con lui... Grazie della tua attenzione e del tuo riscontro. Saluti cordiali.

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  2. Certi destini sembrano segnati, o perlomeno ci abituiamo a pensarlo, convinti di poterne non farne parte. Ma invece siamo tutti sulla stessa giostra. In un modo o nell'altro.

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