Al di là della valenza emotiva suscitata dalle grandi questioni ambientali, pochi palermitani hanno contezza delle implicazioni energetiche legate al referendum del 17/4, quando ci verrà chiesto se limitare la durata delle autorizzazioni per le trivellazioni dei giacimenti marini di petrolio e gas naturale. Con la normativa attuale, le trivellazioni continueranno sino all’esaurimento del giacimento; se vinceranno i sì, la durata delle concessioni verrà limitata alla scadenza contrattuale. La questione fondamentale non è però connessa alle trivelle, ma all’indirizzo complessivo che si darà alla politica energetica dell'Italia: in particolare bisognerà vedere quanto il nostro Paese si impegnerà nell’auto-produzione di energia, per dipendere meno dall'estero, e quanto nel risparmio energetico e nella tutela dell'ambiente in generale. Assumere solo la posizione NIMBY (Not In My Back Yard; nel nostro caso: non nel nostro mare), se non accompagnata da concrete proposte alternative di lungo periodo, rischia forse di confinarci nel limbo dell’immobilismo energetico.
Maria D’Asaro :“Centonove” n. 15 del 14.4.2016
Hai posto l'accento su una questione fondamentale, ma guardando l'atteggiamento e la strumentalizzazione che si è fatta sul referendum, qui cara Maria, concedimi l'ironia, ci sarebbe da tradurre NIMBY con: non nel mio dietro!
RispondiEliminaFinchè i cittadini continueranno, parlo della massa critica, a vivere nel lassismo e non rendersi conto che il Governo sono loro il limbo sarebbe una conclusione felice.
Intanto andiamo a votare e che sia una domenica buona. Ti abbraccio
@Santa S: E io, il mio diritto/dovere di voto, l'ho comunque esercitato ... Ti abbraccio. Buona settimana.
EliminaArrivo in ritardo e rattristata, non solo dal risultato ma del referendum ma anche dall'ennesimo disastro causato dal petrolio...
RispondiElimina