venerdì 15 aprile 2016

Trivella sì, trivella no …


    Al di là della valenza emotiva suscitata dalle grandi questioni ambientali, pochi palermitani hanno contezza delle implicazioni energetiche legate al referendum del 17/4, quando ci verrà chiesto se limitare la durata delle autorizzazioni per le trivellazioni dei giacimenti marini di petrolio e gas naturale. Con la normativa attuale, le trivellazioni continueranno sino all’esaurimento del giacimento; se vinceranno i sì, la durata delle concessioni verrà limitata alla scadenza contrattuale. La questione fondamentale non è però connessa alle trivelle, ma all’indirizzo complessivo che si darà alla politica energetica dell'Italia: in particolare bisognerà vedere quanto il nostro Paese si impegnerà nell’auto-produzione di energia, per dipendere meno dall'estero, e quanto nel risparmio energetico e nella tutela dell'ambiente in generale.  Assumere solo la posizione NIMBY (Not In My Back Yard; nel nostro caso: non nel nostro mare), se non accompagnata da concrete proposte alternative di lungo periodo, rischia forse di confinarci nel limbo dell’immobilismo energetico.    
Maria D’Asaro:“Centonove” n. 15 del 14.4.2016

3 commenti:

  1. Hai posto l'accento su una questione fondamentale, ma guardando l'atteggiamento e la strumentalizzazione che si è fatta sul referendum, qui cara Maria, concedimi l'ironia, ci sarebbe da tradurre NIMBY con: non nel mio dietro!
    Finchè i cittadini continueranno, parlo della massa critica, a vivere nel lassismo e non rendersi conto che il Governo sono loro il limbo sarebbe una conclusione felice.
    Intanto andiamo a votare e che sia una domenica buona. Ti abbraccio

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    1. @Santa S: E io, il mio diritto/dovere di voto, l'ho comunque esercitato ... Ti abbraccio. Buona settimana.

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  2. Arrivo in ritardo e rattristata, non solo dal risultato ma del referendum ma anche dall'ennesimo disastro causato dal petrolio...

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