domenica 29 dicembre 2024

Dal calendario giuliano al gregoriano...

        Palermo - “Trenta giorni ha novembre, con aprile, giugno e settembre; di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne ha trentuno”: l’arcinota filastrocca ricorda ai bambini quanti giorni hanno i dodici mesi. Però che nel 1582 il mese di ottobre è durato solo ventuno giorni e in Svezia, nel 1753, febbraio solo diciassette. Perché? 
     Facciamo un salto nel passato: sino al 1581 nella vecchia Europa era in vigore il calendario giuliano, chiamato così perché introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C. Tale calendario, che si basava su quello egizio, stabiliva il susseguirsi di un ciclo di quattro anni, formato da tre anni che duravano 365 giorni, e il quarto, bisestile, di 366 giorni, con l’aggiunta di un giorno a febbraio. L’anno solare medio era dunque di 365 giorni e 6 ore. 
    Come sappiamo oggi, in realtà l’anno astronomico dura un po’ meno: se n’era già accorto nel XIII secolo l’astronomo e matematico scozzese Giovanni Sacrobosco, che aveva notato già un anticipo dei solstizi e degli equinozi rispetto alle date previste dal calendario. Nel 1252, gli astronomi a servizio del re spagnolo Alfonso di Castiglia avevano addirittura sancito che l’anno astronomico durava dieci minuti e 44 secondi in meno rispetto a quello del calendario. 
     La difformità fra la durata dell’anno ‘giuliano’ e quello astronomico fu considerata insostenibile quando alcuni astronomi verificarono che ormai l’equinozio di primavera avveniva dieci giorni prima; era dunque problematica anche la celebrazione della Pasqua, fissata la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio.
       Papa Gregorio XIII (pontefice dal 1572 al 1585) decise allora di creare una ‘Commissione del calendario’, di cui faceva parte, tra gli altri, il medico e studioso calabrese Luigi Lilio, autore della proposta di calendario che poi fu accolta. Il nuovo calendario fu ‘promulgato’ dal papa nel 1581 con la bolla Inter gravissima, ma la sua applicazione fu rimandata al mese di ottobre dell’anno seguente. 
      Così, la sera del 4 ottobre 1582, gli abitanti di Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi e Polonia-Lituania andarono a dormire per svegliarsi... (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 29.12.24, il Punto Quotidiano

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