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J.Sorolla: Cosiendo la vela (1910) |
Nostra signora era cresciuta a pane e politica. Suo padre, nel dopoguerra, aveva amministrato con competenza e onestà un paesino dell’entroterra siciliano. Lei a quattro anni sapeva di guerra fredda, guardava comizi e TG, e la passione politica cresceva con lei. Ma oggi era triste e disorientata: alle elezioni, non sapeva che fare... Le ideologie possono essere gabbie inutili e sterili, lo sapeva…
Ma se la destra continuava a far sentire il suo peso, qual era oggi il progetto e il senso della sinistra? In testa le frullavano tante riflessioni e nostra signora sognava nuove prospettive, in un rinnovato orizzonte di senso: e se fondassimo il partito della cura? Un’unione di persone che, anziché distruggere, arraffare, dividere, si propone di curare: il pianeta, i rapporti sociali e internazionali… che alimenti fraternità, gentilezza, nonviolenza, equità sociale, giustizia. Il partito della cura, anziché quello della distruzione. Forse solo di questo abbiamo bisogno.
Qualcuno ha proposto il Ministero della Pace che però non sostituirà il Ministero della Difesa. Ma la cura non è forse un modo diverso di intendere la Difesa? Un modo alternativo e non armato di proteggere il nostro territorio, le nostre comunità, il nostro paesaggio, le nostre relazioni, anche quelle con i presunti "nemici"? La difesa nonviolenta che è già presente nel nostro ordinamento, ma che una politica (tutta maschile) non ha mai saputo organizzare, non è forse una forma politica (femminile) della cura di cui parla Maria? Animo, dunque costruiamo un partito diffuso della cura!
RispondiElimina@Enzo Sanfilippo: grazie di cuore del tuo commento, che sottoscrivo.
RispondiEliminaIo ci sto!
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