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Lisistrata: teatro di Siracusa, 06.25 (regia di Serena Senigaglia) |
“Non è casuale che, in epoca remota (siamo nel 411 a.C.), un uomo non certo femminista come Aristofane abbia messo in bocca alla protagonista dell’unica opera del teatro greco nel quale una donna non è vittima (o destinata a diventarlo) parole potenti e autorevoli di divertita superiorità femminile verso l’incapacità maschile di trarre dal quotidiano le lezioni utili anche nei conflitti più sanguinosi.
Si tratta di Lisistrata, il cui nome significa ‘colei che scioglie gli eserciti’: scioglie, non distrugge. Ecco cosa afferma la sagace e ironica ateniese di fronte ai nerboruti (e armati sino ai denti) concittadini, in lotta contro i fratelli spartani:
Se aveste cervello trattereste i conflitti come si fa con la lana. Come quando la matassa è ingarbugliata, la prendiamo e la dipaniamo sui fusi, tendendola da una parte e dall’altra così, se ci lasciate fare, sbroglieremo la guerra, lavorando da una parte e l’altra con le ambascerie.
Prima di tutto, come si fa con la lana, togliendo via con un bagno il sudiciume dalla città.
Poi, stendendola su un letto, toglieremo di mezzo con un bastone spine e malanni. Poi, carderemo quelli che tramano in società per le cariche, e gli speleremo bene la testa.
Poi, in un paniere, mescoleremo la concordia comune e la pettineremo, mettendo insieme i meteci, gli stranieri che ci sono amici e i debitori dello stato. E le città dove abitano coloni ateniesi dovete considerarle come i bioccoli caduti per terra, lontani gli uni dagli altri. Bisogna prenderli e raccoglierli insieme e farne un solo grande gomitolo, da cui tessere un’unica tunica per il popolo.”
Monica Lanfranco Donne che disarmano VandA Edizioni, Milano, 2024, pag.21
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Lisistrata: teatro di Siracusa, 06.25 (regia di Serena Senigaglia (foto Ballarino) |
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