"Il famoso principio dell’iceberg non è un’invenzione di Hemingway, ma una verità universale che si applica al processo della scrittura così come a quello della traduzione. A lui, tuttavia, va il merito di averlo nominato e trascritto. Parlando di The old man and the Sea in una famosa intervista rilasciata a George Plimpton per la «Paris Review», Hemingway affermava: Io cerco sempre di scrivere secondo il principio dell’iceberg. I sette ottavi di ogni parte visibile sono sempre sommersi. Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott’acqua, così il mio iceberg sarà sempre più solido. L’importante è quel che non si vede. Ma se uno scrittore omette qualcosa perché ne è all’oscuro, allora le lacune si noteranno.
Nella stessa intervista Hemingway spiegava che quel breve romanzo avrebbe potuto essere lungo più di mille pagine. Con tutto il materiale che aveva a disposizione, infatti, avrebbe potuto descrivere uno per uno gli abitanti del villaggio, raccontare come sbarcavano il lunario, come erano nati, se avevano studiato, avuto figli, eccetera. Ma queste cose erano state fatte benissimo da altri, e nella scrittura si è sempre limitati da ciò che altri hanno già fatto in modo soddisfacente prima di noi.
Per questo lui aveva cercato di fare qualcosa di nuovo, cominciando con l’eliminare tutto ciò che non serviva a comunicare un’esperienza diretta al lettore. Le cose che aveva visto – l’accoppiamento dei marlin, i branchi di capodogli – e sentito narrare – le storie dei pescatori – erano rimaste fuori dal racconto, ma solo in apparenza: in realtà erano andate a formare la parte sommersa dell’iceberg.
È facile vedere come questo principio si applichi alla scrittura in generale, ma anche al mestiere della traduzione: quello che arriva sulla pagina è solo un ottavo dell’iceberg, la parte che affiora in superficie, mentre i sette ottavi rappresentati dagli studi, dalle ricerche, dai dubbi e dai ripensamenti avvenuti in corso d’opera rimangono nascosti sotto il testo, pur essendo indispensabili alla sua esistenza. Con un autore come Hemingway, che nasconde tanto sotto la superficie della sua narrazione, questo processo diventa ancora più evidente".
Silvia Pareschi Fra le righe il piacere di tradurre Laterza, 2024 pp. 85, 86, 87
Fra le righe è un testo intrigante sulla scrittura, sulle traduzioni e su tanto altro.
Conto di recensirlo appena possibile.
Conto di recensirlo appena possibile.
Silvia Pareschi è autrice, tra l'altro, del libro I jeans di Bruce Springsteen (recensito qui)
Ernest Hemingway |
Silvia Pareschi, traduttrice |
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