“Ascolta mia cara,
non sottovalutare mai la resistenza di una vecchia saggia. La vita può dilaniarla o trattarla ingiustamente, ma lei possiede un’altra anima, un’anima primaria, fulgida e incorruttibile sotto l’anima assediata, un’anima luminosa che rimane sempre intatta.
Sotto il soprabito certamente nasconde ali lunghe sei metri, e nella sua grande tasca una foresta ripiegata. Sotto il letto potrebbe tenere pantofole delle sette leghe in lamé dorato. E, attraverso le lenti dei suoi occhiali, vedrà quasi tutto ciò che può essere visto. Il tappetino davanti al fuoco potrebbe davvero spiccare il volo da un momento all’altro.
E il suo scialle, una volta aperto, potrebbe adunare i segugi dell’inferno o accendere la più stellata delle notti.
Ridacchia solcando le onde dei cieli nella metà di guscio del suo cuore infranto. Le piume sollevate, perché ogni giorno impara l’amore. È rapita da qualunque alito di musica. Si prodiga per proteggere l’anima di qualsiasi cosa. Gli uccelli canori le raccontano storie segrete; così ha «l’occhio magico che vede oltre e dietro il presente» (…)
Clarissa Pinkola Estés La danza delle grandi madri Frassinelli pp. 1,2
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