Palermo – A Noto, città ai piedi dei monti Iblei il cui centro storico, insieme con le altre città tardo-barocche del Val di Noto è stato dichiarato nel 2002 dall’UNESCO patrimonio dell'umanità, il 10 aprile scorso è stata inaugurata la mostra Icon. Warhol, Basquiat, Haring, Scharf. L’eredità di un’arte rivoluzionaria.
Composta da circa 120 pezzi, tra opere e oggetti provenienti da collezioni private, e suddivisa in cinque sezioni, la mostra ha come filo conduttore l’evoluzione del concetto di icona: dalla sacralità religiosa a quella consumistica della società contemporanea.
Negli anni Ottanta, il concetto di icona ha oltrepassato infatti i confini della sacralità religiosa per ‘contaminare’ con nuovi linguaggi la quotidianità e le discipline artistiche. Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Kenny Scharf hanno incarnato questa rivoluzione, che ha annullato i confini tra arte visiva, performance, moda, oggetti quotidiani e musica e che ha trasformato l’icona/immagine in espressione multiforme e poliedrica.
Andy Warhol è stato l’antesignano e la figura centrale della nuova arte sperimentale: le sue riproduzioni seriali sono diventate emblema della Pop Art, e hanno connesso società dei consumi, pubblicità, cinema e musica.
La mostra, visitabile all’interno del Convitto delle Arti Noto Museum, è stata curata da Edoardo Falcioni che, in un’intervista al TG della Regione siciliana, ha dichiarato (continua su il Punto Quotidiano
Maria D'Asaro, 20 aprile 2025, il Punto Quotidiano
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