martedì 15 aprile 2025

La passione di Vittorio e della Palestina...

        Vittorio Arrigoni, reporter e volontario italiano a Gaza, è stato ucciso nella notte tra il 14 e 15 aprile 2011, pare da un gruppo dell'area jihādista salafita. 
     Ecco cosa scriveva da Gaza il 1° novembre 2008:

 “Degli attivisti arrivati, solo un paio rimangono, troppo pochi per innescare quel ricambio che ci consentirebbe di tornare a casa. Ed è questo il motivo principale per cui di qua non posso muovermi (…): la certezza, per una volta nella vita, di essere al posto giusto al momento giusto. (…)
È una lotta titanica contro un nemico senza cuore, ma i risultati si vedono, continue vittorie nelle battaglie per i diritti umani. (…) È una vita molto dura questa di Gaza, pochi momenti di svago o frivolezze, me lo sento come un dovere più che come un impegno. Mi prendo questo periodo sabbatico, una parentesi nella mia bella vita comoda italiana, per un ideale, la pace, la libertà per un popolo oppresso che senza dubbio si merita tutti i nostri sforzi e i rischi che ci assumiamo”.

Tornato a Gaza a fine dicembre 2008, quando il governo israeliano inizia l’operazione militare ‘Piombo fuso’, ecco una lettera del 31 dicembre 2008: 

Quando le bombe cadono dal cielo da diecimila metri, non fanno distinzioni fra bandiere di Hamas o Fatah esposte sui davanzali. Non esistono operazioni militari chirurgiche: quando si mette a bombardare l’aviazione e la marina, le uniche operazioni chirurgiche sono quelle dei medici che amputano arti maciullati alle vittime senza un attimo di ripensamento, anche se spesso braccia e gambe sarebbero salvabili. Non c’è tempo. Bisogna correre, le cure impegnate per un arto seriamente ferito sono la condanna a morte per il ferito successivo in attesa di una trasfusione”.

Scriveva poi l’8 gennaio 2009

“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola. – mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue – Sigilla la scatola; quindi, con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato. – Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua: - Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste… - 
Jamal continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. – Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi l’ha schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quali sono state le reazioni del mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati. –
Recandomi verso l’ospedale Al Quds dove sarò di servizio sulle ambulanze tutta la notte (…) ho visto fermi a un angolo di strada un gruppo di ragazzini sporchi, coi vestiti rattoppati (…) con delle fionde lanciavano pietre contro il cielo, in direzione di un nemico lontanissimo e inavvicinabile che si fa gioco delle loro vite. La metafora impazzita che fotografa l’assurdità di questi tempi e di questi luoghi. Restiamo umani”.

Su Vittorio Arrigoni ho scritto quiqui,  qui qui.

Sua madre, Egidia Beretta Arrigoni, oggi scrive così sul Manifesto:



5 commenti:

  1. Hanno bombardato case, scuole, mercati, ospedali e nessuno si è mosso... Questa cosa proprio è incomprensibile... Eppure...
    Mi aggiungo al ricordo di una persona così bella.
    Restiamo umani

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    1. @Alberto: grazie di cuore del tuo commento... restiamo umani.

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  2. Orribili guerre, tremende disumanità e indifferenze caratterizzano questi nostri anni che avrebbero potuto portare benessere in varie parti del mondo. Sempre più alta appare la figura di Vik che ci è da metro per quel che invece oggi accade.
    Ciao Maria.

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    1. @Sari: sottoscrivo le tue parole accorate, cara Sari. Buon tutto.

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