venerdì 18 aprile 2025

Il venerdì santo di Rachele: come consolarla?

       "L’urlo di Rachele, l’urlo di ogni madre che perde un figlio risuona nella storia umana sin dagli inizi. Inizia con Eva che abbraccia Abele senza vita, il primo figlio che muore anzitempo rispetto ai genitori. Il racconto biblico – al di là di ogni fede – è un testo fondativo che ripresenta le domande più drammatiche dell’uomo alla Vita (a Dio, agli dei): perché questo tragico dolore contro natura, un figlio che debba morire prima dei genitori?        Perché la morte? Perché il dolore? 
Interrogativi, questi, che non ricevono mai una risposta definitiva, ma si intrecciano con l’altra domanda: come possono continuare a vivere Eva, Rachele con questo dolore? 
     Gli umani, è vero, soffrono ma hanno anche una innata spinta e capacità di consolare e di curare. Gli umani sono umani – soleva dire Margaret Mead – perché si prendono cura di un femore rotto. Ma è possibile curare, consolare chi – come Rachele – non vuole essere consolata perché ha il cuore spezzato? Come consolare chi continua a vivere ma si sente senza vita perché è stata tolta la vita a colui a cui lei ha dato la vita? Come consolare questo genitore che accetta solo una consolazione, e cioè quella di riabbracciare il figlio? 
      Nel fuoco di queste domande si colloca il dono prezioso e fecondo di questo libro della professoressa Agata Pisana. Un libro che assume in pieno la domanda straziante: come consolare ogni Rachele che non vuole essere consolata?"

dalla Presentazione del prof.Giovanni Salonia, in Agata Pisana: La giusta distanza dalle stelle 
(Ancora, MI, 2024)




4 commenti:

  1. Non si può consolare, penso in questo momento, a tutti i bambini palestinesi morti.

    RispondiElimina
  2. Maria ha avuto la sua consolazione vedendo il Figlio risorto, alle altre Rachele non resta che sperare nel nuovo incontro.
    Buona Pasqua Maria Asaro.
    Grazie.

    RispondiElimina
  3. @Sari: Buona Pasqua, cara Sari. Grazie della visita e del commento.

    RispondiElimina