Da tempo, il tarlo delle grandi domande - quelle che ci facciamo tutti, prima o poi – ha ripreso a farmi compagnia. Così, due martedì al mese, mi incontro con altri umani affamati di senso e di pizza (chi vuole, prima della chiacchierata, mangia qualcosa insieme) per una cenetta filosofica. Il pretesto per un’ora e mezza di confronto, è dato dalla lettura condivisa di un libro: abbiamo commentato Candido di Voltaire e Terapia del desiderio di Martha Nussbaum; ci siamo chiesti con Vito Mancuso quale sia La vita autentica e con Nulla da cercare di Thich Nhat Hanh abbiamo approfondito alcuni temi cari al buddismo. Non ci siamo fatti mancare neppure la buona letteratura: Dostoevskij con Memorie dal sottosuolo e Marguerite Yourcenar con le imperdibili Memorie di Adriano. Con Fritjof Capra e Il Tao della fisica abbiamo riflettuto sui nessi tra meccaniche celesti e pensieri terrestri.
Ora stiamo leggendo Introduzione alla verità di Franca D’Agostini. Che ho trovato davvero intrigante. Magari vi proporrò qualcosa di questo testo. Riflessioni filosofiche per nulla scolastiche o accademiche. Sarà una filosofia per tutti, una filosofia di strada. Una filosofia callejera,appunto.[1]
[1] Così l’ha chiamata in un bel libro
il mio amico Augusto Cavadi: Filosofia di strada, Ed. Di
Girolamo, Trapani, 2010, € 28.
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