mercoledì 23 agosto 2017

Danza dei gesti e delle parole




(Dall’imperdibile testo del prof. Giovanni Salonia: Danza delle sedie e danza dei pronomi, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2017 €16, pagg. 100/101

“Parafrasando Novalis, le parole e i gesti sono note di una melodia. Il contatto è musica. Ad un certo punto ci si accorge che, al di là dei contenuti, è il suono delle parole che permette agli umani di incontrarsi. Le parole-corpo aprono e preparano l’incontro (anche se tempestoso, suadente, lento o forte). Sono note musicali che vanno e vengono dai corpi, li attraversano e creano il mistero e il fascino del contatto. In principio è il corpo, subito dopo la parola. Se il corpo diventa parola e la parola rimane corporea, allora la parola umana è esperienza di contatto pieno: parlare di me, raggiungere l’altro, raccontare il mondo. Ogni parola diventa così una nota nello spartito dell’incontro.





A ben rifletterci, la famiglia chiede terapia quando non ci sono più parole sperabili: «A che serve parlare? (…) Tanto non cambia niente». Le parole si moltiplicano ma rimangono ‘disabitate’, flatus vocis, non più ponti, ma ponte levatoio.
La parola abitata in GT non si oppone al corpo ma è, insieme al silenzio, una delle forme che l’organismo-in-relazione (…) prende quando fa emergere figure sullo sfondo. La famiglia chiede parole nuove: ma per riprendersi la parola deve ripartire dal corpo, anzi dai corpi.”


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