venerdì 12 agosto 2011

La marcia Perugia-Assisi



Giornale telematico: TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO (N.644 dell'11 agosto 2011)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it


VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARIA D'ASARO:



- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Maria D'Asaro: Per la societa' italiana dei primi anni '60, ancora sorda ad aperture pacifiste e solidali, a mio avviso la marcia Perugia-Assisi ha costituito una sorta di iniziazione laica ai principi e alla pratica nonviolenta. Successivamente, la marcia ha continuato ad essere una sorta di fiaccola accesa sulla dimensione nonviolenta dell'azione politica. Ed ha avuto il merito di unire le anime pacifiste dell'Italia, in un amalgama ecumenico ed intergenerazionale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Maria D'Asaro: La scommessa sara' riempire lo slogan sempre attuale: "Per la pace e la fratellanza dei popoli" di contenuti adeguati ai bisogni della societa' multietnica di oggi. Dovremmo essere in grado di offrire aiuti nonviolenti e prospettive alternative ai popoli arabi che lottano contro strutture sociali e politiche retrive e semi-dittatoriali.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Maria D'Asaro: Sinceramente non sono ottimista. Credo che la gran parte degli italiani confonda ancora la nonviolenza con la passivita', con la resa al potente di turno. Credo che la scuola dovrebbe fare di piu' per educare i ragazzi a prospettive ed azioni nonviolente. Le biografie di Gandhi, di Dietrich Bonhoeffer, di Franz Jaegerstaetter, di Aldo Capitini, di Marthin Luther King, di Lanza del Vasto - per citare solo alcuni profeti nonviolenti - dovrebbero essere inserite obbligatoriamente nelle lezioni di storia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Maria D'Asaro: Hanno un ruolo fondamentale: essere coscienza vigile e critica dell'immaginario collettivo e della prassi vigente, individuale e collettiva. Quello dei movimenti nonviolenti e' un compito difficile e impegnativo. Innanzitutto, dovrebbero avere la capacita' di parlare alle persone comuni: al fruttivendolo che ha si' e no la licenza media; ai ragazzi - del nord e del sud - stanchi, disoccupati e sfiduciati; alle donne abbrutite dalle imbonitrici televisive di turno. I movimenti nonviolenti devono trovare la capacita' e la forza di comunicare a tutti un messaggio di liberazione convincente. Nella consapevolezza che, statisticamente, i nonviolenti saranno sempre una minoranza esigua. Ma sono le minoranze attive - lucide, coraggiose, profetiche - che fanno la storia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Maria D'Asaro: In Italia: la partecipazione attiva ai quesiti referendari e la vittoria dei "si'" ai quattro referendum; nel mondo, la voglia di liberta' in Tunisia, in Siria, in Egitto, in Libia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Maria D'Asaro: Soprattutto in campo economico: i gruppi nonviolenti dovrebbero impegnarsi affinche' le persone diventino il fine dell'azione economica. Viviamo, purtroppo, in una societa' schiacciata sotto il peso dell'imperialismo economico capitalista, dove i lavoratori sono considerati merce e non esseri umani. Bisogna sconfessare la violenza implicita in questo sistema. Nonviolenza, visione decrescentista, rispetto dei diritti umani e dei diritti di tutti gli esseri viventi, prospettiva ecologista: dovrebbero essere gli ingredienti fondamentali di una politica autenticamente nuova e innovatrice.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Maria D'Asaro: Sgombrerei il campo da un equivoco di fondo: ribadirei, per prima cosa, che la nonviolenza non e' solo, banalmente, il rifiuto della violenza nelle relazioni umane. Ma e' soprattutto la fede nella profonda unita' del genere umano e nella possibilita' di una comunione e di una comunicazione autentica tra gli individui. Aggiungerei che la prospettiva nonviolenta e', forse, l'unica in grado di suggerire cammini nuovi e relazioni creative tra le persone, tra gli uomini e la natura, tra l'umanita' e una possibile dimensione spirituale. Indicherei la prospettiva nonviolenta come l'indispensabile chiave di volta per la fondazione di un rinnovato umanesimo, che progetti nuovi modelli di vita e una nuova etica della cittadinanza, basata su un rapporto armonico con la natura e con gli altri esseri viventi.

2 commenti:

  1. Grandissima frase "Credo che la gran parte degli italiani confonda ancora la nonviolenza con la passivita', con la resa al potente di turno". Condivido in pieno!

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  2. @Vele: grazie per l'attenzione alla nonviolenza e per la pazienza con cui hai letto anche un'intervista "pallosa" come questa. Buona estate, piena dei colori dei tuoi elefantini danesi!

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