lunedì 19 novembre 2018

Nati per servire


       "Non ci spaventiamo, care sorelle e fratelli, per queste parole che ascoltiamo nelle ultime domeniche dell’anno, il tema del compimento della nostra storia. Ci viene data una notificazione: ci viene notificato che tutti i poteri della terra, (…) i poteri del mondo, quelli che occupano abitualmente le prime scene della storia, quelli di cui parliamo per capire meglio come sono andate le cose, ebbene tutti questi poteri del mondo, tutte le stelle o le star del passato o del presente, siamo creature destinate al limite della nostra scomparsa, uno dietro l’altro, uno dopo l’altro …
Ed è un inganno quello che abbiamo coltivato, di sentirci al di sopra della nostra creaturalità, di porci in cielo, come se fosse la nostra sede, da dove governare il mondo e gli altri, noi presunti immortali.  (…) Sta a noi aprirci a quest’annunzio che è demitizzante, mentre noi tendiamo sempre a mitizzare gli altri e qualche volta anche noi stessi. Siamo demitizzati da questa parola, da un lato; dall’altro lato – ed è la parte propositiva – ci si parla del Figlio dell’Uomo: siamo ricondotti alla nostra umanità, all’umanità che Gesù ha fatto sua, che ha incarnato e che ha tradotto nel servizio e nel dono di sé.
Il Figlio dell’uomo è l’ultima parola sulla nostra Storia, ed è il criterio di giudizio, se vogliamo ispirarci al Vangelo: non le potenze dall’alto, ma il servizio umile e il dono della propria vita, incarnato da Gesù addirittura nella forma più obbrobriosa che potesse accadergli.
E non si parla di trionfalismo, non può essere trionfale tutto questo, perché il crocifisso, per natura sua, è umile, nudo, modesto: il deietto … che demitizza tutto il resto e che ci vorrebbe far scoprire, ci vorrebbe contagiare che la grandezza della Storia non è nei grandi, spettacolari, superbi eventi, ma nella grandezza del servizio e dell’umile gesto di amore.
Questo è quello che ci viene annunziato da questa pagina “gioiosa” del Vangelo, (…) che vuole dare il senso della misura, demitizzare ogni mito e andare a “passo d’uomo, perché questo solo conosciamo” … 
Per noi, in Gesù la nostra umanità è interpretata in maniera divina e divinizzante per noi. E questo annuncio vogliamo annunziare. La parte iniziale è una notificazione: prima c’era quest’impero, poi quest’altro, poi quest’altro ancora … oggi ci sono altri imperi che vogliono governare il mondo, imperi politici, economici, militari, di tutto … Quando capiremo questa notificazione? E ricordarci che siamo tendenzialmente una polvere pensante … 
E quando scopriremo che l’umano, in tutta la sua densità, può diventare divino così come Gesù lo ha incarnato nella sua vita, nella sua carne, nel suo dono eterno di amore?"

(Sintesi dell'omelia pronunciata domenica 18 novembre a san Francesco Saverio, Palermo, da don Cosimo Scordato, la cui raccolta di testi "Un Dio simpatico" sarà presentata martedì 20 novembre alla libreria Feltrinelli di Palermo, via Cavour, alle ore 18)

4 commenti:

  1. "[...] da un solo versetto scaturiscono sensi molteplici" (b.Sanhedrin, 34a). Un abbraccio.

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    1. @Rossana: grazie della tua presenza sensibile e attenta. Ricambio l'abbraccio.

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  2. Ciao Maria!
    Sono capitata per caso qui sul tuo blog e non ho potuto fare a meno di lasciarti un commento. Sono lietissima di sapere che nella blogsfera ci sono ancora contenuti degni d'interesse e di un certo spessore culturale. Vorrei rimanere fra le tue lettrici! :)
    Sul mio blog parlo di cultura, storia, archeologia e lingue dal mondo, spero vorrai passare così da poter condividere conoscenze e scambiare opinioni e pareri. Mi trovi qui: https://loveculturelanguage.blogspot.com
    A presto, un abbraccio!

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    1. @Diana: benvenuta! Grazie della tua attenzione. Anch'io seguirò il tuo blog: mi sono iscritta come follower. A presto, ricambio l'abbraccio.

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