domenica 7 aprile 2024

Ad Agrigento fioccano le polemiche sul Telamone innalzato

       Palermo – Il Telamone, colosso in pietra di circa otto metri, è tornato in posizione eretta a fine febbraio scorso nel Parco archeologico di Agrigento: sarà uno dei simboli della città, capitale italiana della cultura per il 2025. L’opera di ricostruzione dei pezzi, iniziata già nel 2006, è stata infatti completata e i resti del Telamone sono stati assemblati su uno scheletro di acciaio, posto poi in verticale.
      Il Telamone era una delle statue che raffiguravano Atlante: il titano che, per aver osato sfidare con i suoi fratelli il grande Zeus, venne da questi condannato a reggere per sempre la volta celeste. Secondo le ricostruzioni archeologiche, la statua reggeva la trabeazione del tempio di Zeus Olimpio, eretto dopo la vittoria del 480-479 a.C. sui Cartaginesi, quando Agrigento, allora chiamata Akragas, era governata dal tiranno Terone. Il tempio, il maggiore all’interno dell’antica Akragas, era anche uno dei più grandi dell’antichità. Descritto come magnifico da Diodoro Siculo e celebrato da Polibio, si calcola fosse grande come un campo di calcio e alto come un palazzo di 13 metri. 
    Purtroppo nel 1401 l’intera costruzione crollò completamente per un terremoto. E, come ricorda con rammarico Andrea Camilleri nel libro La strage dimenticata, (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 7.4.24, il Punto Quotidiano

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