domenica 4 novembre 2018

1918-2018, la Grande Guerra, 100 dopo: fu vera vittoria?


Il trailer del film "Joeyux Nȫel": ogni guerra è una sconfitta per l'umanità.

Anche Palermo ha ricordato con alcune mostre il centenario della fine della prima guerra mondiale. Dal 4 al 13 ottobre, nella chiesa di san Giacomo dei Militari, che si trova all’interno della caserma “Carlo Alberto Dalla Chiesa”, è stata esposta la mostra “La grande guerra dei Carabinieri”, curata in collaborazione con il museo storico del Comando generale dell'arma dei Carabinieri: ventidue pannelli illustrativi hanno raccontato il contributo fornito dai militari allo sforzo bellico del paese nel corso del primo conflitto mondiale.
Rimarrà in esposizione fino all’11 novembre invece la mostra promossa dal Comando Militare dell’Esercito: “La Grande Guerra attraverso gli occhi e gli scritti di siciliani“, visibile  nei locali dell’ex Centro Operativo della Regione Militare della Sicilia, all’interno della Cavallerizza del Palazzo Reale. L’esposizione – che fa parte del cartellone ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 - comprende lettere dei soldati dal fronte concesse dalla Società Siciliana per la Storia Patria e dal Museo del Comune di Sutera, fotografie e scritti di guerra provenienti dalla collezione Castrovinci e  pannelli illustrativi che ritraggono il ruolo della Sicilia nella Grande Guerra. “Nel novero delle iniziative promosse dalla Forza Armata per commemorare il Centenario della fine della Prima Guerra mondiale – ha dichiarato il generale di brigata Claudio Minghetti –abbiamo voluto inquadrare l’argomento con l’ottica locale, quella dei siciliani. 

La storia ci insegna che la Sicilia ha pagato un altissimo tributo di sangue, con caduti, mutilati, invalidi ed anche eroi; non solo: ha ospitato, proprio perché lontana dal fronte, migliaia di profughi delle terre irredenti e di prigionieri di guerra delle diverse nazioni che allora facevano parte dell’Impero Austro-Ungarico. Ecco perché intendiamo evidenziare l’altissima valenza della testimonianza dei siciliani e rinvigorire la memoria nei giovani siciliani di oggi.”
Ai giovani siciliani di oggi, che hanno perso magari a Caporetto o sul Piave i loro bisnonni,  bisognerebbe anche far vedere le toccanti pellicole di Olmi e di Francesco Rosi e farli riflettere sulla guerra – definita “inutile strage” dall’allora pontefice Benedetto XV - con i versi del poeta/soldato Giuseppe Ungaretti: Di che reggimento siete fratelli?/Parola tremante nella notte/Foglia appena nata/Nell’aria spasimante/ involontaria rivolta/dell’uomo presente alla sua fragilità/Fratelli.”

Maria D’Asaro, Il Punto Quotidiano,04.11.18

2 commenti:

  1. Sì, quella guerra in particolare fu una sconfitta, un abominio, un delirio, una inutile strage. Copincollo qui il mio personale contributo di riflessione fatto su Fb:

    Documentario su History Channel. Nel 1915, l’Italia entra per ultima nel terrificante e insensato carnaio della Prima Guerra Mondiale (compiendo il suo abituale tradimento carpiato di precedenti alleanze) solo perché francesi e anglosassoni le hanno promesso come premio, come osso per mastini, la riannessione di Trento e Trieste. (Durante l’anno di neutralità, gli italiani hanno mercanteggiato anche con gli austriaci, che però hanno offerto di meno…).
    I poveri ragazzi italiani, mandati al macello da comandanti incompetenti quanto spietati, e decimati dai loro stessi generali boia che ne massacrano a centinaia (un poveraccio, distrutto dalla fame e da ore di interminabile marcia, viene bastonato e poi fatto fucilare sul posto da un infame generale per aver osato salutarlo senza prima togliersi la pipa – o secondo altre fonti un mozzicone di sigaro – di bocca) preferiscono mille volte farsi prendere prigionieri dagli austriaci che ritirarsi e venire abbattuti come cani dai propri connazionali. L’esercito italico in disfatta si sarebbe di sicuro arreso, se non fossero arrivate di rinforzo le truppe anglosassoni e francesi.
    Eppure oggi vi dicono di festeggiare il centenario “della Vittoria”, con grande enfasi patriottarda e giornalistico-cazzulla. Be’, se quel documentario è inesatto o disonesto, qualcuno per favore me lo spieghi. Ma se quel documentario è esatto e onesto, cosa diavolo c’è da festeggiare e sbandierare? (A parte gli abitanti di Trento e Trieste, e magari neanche tutti, e magari neanche la maggioranza…)

    p.s.
    L’ironia è che quel poveretto fucilato per una pipa (il ventiquattrenne Alessandro Ruffini, che dovremmo piangere come vittima e come eroe e il cui Nome invece non è stato ancora “riabilitato”!) fu assassinato il 3 di novembre (del ’17), quindi la vera ricorrenza era ieri: V come Vergogna, non V come Vittoria.

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  2. @Zio Scriba: sottoscrivo. La guerra, a mio avviso, dovrebbe diventare un tabù: come lo stupro, l'infanticidio, l'incesto. La guerra è la summa dei crimine contro l'umanità.

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