martedì 13 novembre 2018

Indovina chi viene a cena ...

            Da vari anni,  la sera del secondo e del quarto martedì del mese, nello studio del più simpatico degli avvocati palermitani, un gruppo di “cenacolanti” si riunisce per mangiare insieme un pezzo di pizza e “ruminare” poi un po’ di considerazioni su questioni umane, sociali e politiche sempre aperte, sulla base di un testo che si legge preventivamente a casa propria.
   Queste chiacchiere tra amici vengono appellate “cenette filosofiche”: il confronto infatti è aperto, libero da preconcetti e chiusure dogmatiche e basato soprattutto su considerazioni razionali e argomentate, anche se pregne del pathos e della storia personale di ciascuno/a.
   Nel tempo, ci si è confrontati su testi  quali “Cara Filosofia”, “Il Tao della Fisica”, “Laici e cattolici in bioetica”, “Mosaici di saggezze: filosofia come antichissima spiritualità”, ma anche su grandi testi letterari: “Le memorie di Adriano”, “Treno di notte per Lisbona”, “Memorie del sottosuolo”.
   Il libro di cui si discute adesso sembrerebbe un libriccino da niente. E invece, in circa 180 pagine densissime, racchiude gli interrogativi più grandi dell’universo: 
- La triade Dio-uomo-natura ci spiega il male nel mondo? E’ vero, come afferma san Tommaso che bonum et ens convertuntur?  Il teismo, creazionista o meno che sia,  riesce davvero a spiegare l’origine del male? Si Deus est, unde malum?
- E’ possibile che il binomio uomo-natura spieghi meglio la faccenda ?
- Ma che cosa è poi questo male “appetto alla Natura” (per citare il nostro grande Leopardi)?
- Ma in fondo è possibile che “negli eventi generati spontaneamente dai processi evolutivi della materia-energia non c’è incorporato né alcun bene creaturale, né alcun male naturale”: “non c’è alcun bene di cui madre natura possa gloriarsi, e nessun male di cui debba giustificarsi”?
- La consapevolezza dell’extramoralità della realtà fisica, può comunque stimolare ciascuno di noi e la società ad affrontare con prudenza e solidarietà le conseguenze negative che i fenomeni naturali di fatto hanno sulle nostre vite?
- E’ possibile quindi che gli esseri umani, lungi dall’essere il fine dell’universo, siano soltanto uno dei fenomeni emersi dalla sovrumana ed extramorale fucina cosmica?
 (Da qui un’antropologia dell’eco-appartenenza e superamento di ogni forma di antropocentrismo)
- E quindi …
Può bastare per averne un’idea, vero?! E  siamo arrivati a leggere solo fino a pag. 77 …

Per chi volesse approfondire e ruminare dubbi e domande il libretto è:
IN NOME DEL BENE E DEL MALE di Orlando Franceschelli, Ed. Donzelli, Roma, 2017, € 17.

(Orlando Franceschelli lo conosco di "persona personalmente": è uno che pensa con rigore, con sapienza, con umiltà e passione. E scrive in modo chiarissimo e comprensibile a tutti).


2 commenti:

  1. Già il desiderio di confrontarsi su questi temi - ardui per il pensiero davvero pensante - è mirabile ed è ormai cosa molto rara. Un abbraccio.

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  2. Se lo si fa senza voler far sfoggio di nozioni nonché parlando vagamente di vuote astrazioni, ma con lo spirito vivo e desideroso di dialogare su temi importanti, è tutto molto interessante e quel libro ne è un riepilogo stimolante.

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