lunedì 8 ottobre 2012

A proposito di scandali e di politica ...


Una sintesi dell'omelia di domenica 30 settembre: chiesa san Francesco Saverio, Palermo, autore don Cosimo Scordato.

La Parola di Dio oggi ci indirizza in due direzioni, che non sono poi antitetiche.
La prima direzione è quella della denunzia: (...) quello che diceva san Giacomo, dovremmo riproporlo immediatamente: - Guai a voi ricchi, che rubate allo Stato, alla comunità, che sottraete denaro nei modi più sporchi … Siate maledetti. Non avete dignità per stare in mezzo a noi. – 
Su questo, san Giacomo ci invita a essere chiari, a non utilizzare mezze misure – queste cose non si fanno, non dovreste farle … – credo che siamo stati troppo indulgenti: non possiamo sopportare che ci sia gente che lavora e gente che accumula sul lavoro degli altri cifre sproporzionate, e ancora ci sia gente che non riesca neppure a sbarcare il lunario e ci sia gente, a migliaia, a milioni, che ha perso il lavoro …
Come possiamo accettare questa politica che non ci annunzia niente di nuovo rispetto a questo stato di cose che invece deve essere radicalmente ribaltato? (...) Ebbene, questo è un peccato che grida vendetta: ma non per mandarlo domani all’Inferno, ma per intervenire nell’oggi, per cambiare le cose oggi, perché non sono sopportabili, non sono secondo la parola di Dio e non sono secondo la nostra coscienza. E’ assurdo.
Andiamo ora al Vangelo di oggi: quindi la denunzia non può mancare. Diceva don Lorenzo Milani che nei confronti dei politici il primo nostro dovere è quello di criticarli, siamo sempre autorizzati a criticarli: perché è sicuro che non hanno fatto mai abbastanza. Poi certo possiamo anche auto-criticarci e don Milani lo faceva spesso verso se stesso, era molto esigente verso se stesso, altroché, l’autocritica non deve mai mancare. Ma non dobbiamo mai farci incantare dalle chiacchiere televisive, dai buoni propositi solo verbali .
Il Vangelo di oggi, allora. Gesù ci invita e superare quella concezione che pure è stata molto della Chiesa: i buoni sono dentro la Chiesa, i cattivi sono quelli di fuori; i salvati sono i credenti, i dannati sono tutti gli altri. Gesù ci dice invece; dove c’è un po’ di bene, lì sta operando Dio. Riconosciamo il bene, la verità, le cose giuste in tutte le persone che le fanno e non pregiudichiamo niente a seconda dell’appartenenza religiosa: - Tu sei protestante e non puoi fare niente di buono, tu sei non credente e non puoi fare niente di buono. – Ma chi l’ha detto? Dio è più grande della nostra esperienza credente. E Dio ama tutti e opera in ciascuno
Quindi il Vangelo ci invita ad accogliere le sollecitazioni che la Parola di Dio fa ovunque avvengano. E poi ci dà un’indicazione importantissima, che continua il Vangelo di domenica scorsa. Cosa dicevamo domenica scorsa? Quel garzone che Gesù mette al centro, che viene comandato, che deve obbedire a tutti, che va, è disponibile, servizievole, si dedica, non ha la testa montata. E Gesù ci dice: - Dovete essere come lui, perché chi sa servire agli altri, costui è degno agli occhi del Signore; chi non serve alla comunità non è degno di niente. – 
E Gesù poi continua il discorso, ma siccome gli apostoli non l’hanno capito, perché stanno discutendo chi era il più grande, allora Egli continua dicendo: - Cari apostoli, se voi scandalizzate le persone semplici, le persone che credono al Vangelo e lo prendono sul serio, e vi fate tentare dal dominio, allora è necessario fare operazioni chirurgiche: la mano, il piede, gli occhi. Perché c’è questa identificazione? Perché il potere si esercita con la mano, anche con la violenza fisica, con gli occhi, con l’intelligenza, cercando di sovrastare il pensiero degli altri; e con i piedi, col camminare per costruire il proprio bene, non il bene della collettività.
E quindi Gesù ci dice di tagliare anche la mano, di togliere il piede se scandalizziamo gli altri, se dovessimo tradire il Vangelo e scandalizzare la sensibilità di coloro che ci vogliono credere senza lasciarsi vincere dalla tentazione del dominio, perché il dominio è terribile. (...)
Continuiamo allora a confessare le disparità di stipendi che offendono il lavoro quotidiano: non capiamo perché alcuni guadagnano milioni, magari anche rubando, e medici che hanno la responsabilità di un pronto soccorso, insegnanti che stanno ore e ore con bambini difficili e scatenati, operatori che lavorano umilmente a tenere pulita la città, chi lavora quotidianamente a casa, tutti questi lavori sono poco pagati. Forse non valgono niente? Non sono tutte responsabilità?
Dovremmo smontare questo sistema che abbiamo dato per scontato, perché non abbiamo più avuto quest’atteggiamento profetico. Magari qualcuno ci ha anche guadagnato, anche in ambito ecclesiale, purtroppo.
E invece il Vangelo ci esorta a non scandalizzare la semplicità dell’accoglienza e della parola di Dio: cioè la bellezza del servizio. – Hai servito? Ti bacio le mani. Sei degno di stare in mezzo a noi. Se non lavori e rubi lo stipendio devi stare lontano.
  (il testo non è stato rivisto dall'autore, don Cosimo Scordato: eventuali errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle eventuali imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)

3 commenti:

  1. Condivido, anche da non credente, questo discorso che è davvero universale e trasversale.... ma quel sacerdote è ancora lì al suo posto? ;-) Buona giornata.

    RispondiElimina
  2. @Costantino: grazie della visita e dell'apprezzamento. Buona giornata.
    @curlydevil: sono contenta della tua condivisione. Cosimo lo conosco da più di 25 anni: è un prete scomodo, non fa carriera. Ma ha uno sguardo luminoso e per me è un riferimento importante. Se potrò, inserirò l'audio dell'omelia. Un abbraccio.

    RispondiElimina