Una sintesi dell'omelia di domenica 30 settembre: chiesa san Francesco Saverio, Palermo, autore don Cosimo Scordato.
La Parola di
Dio oggi ci indirizza in due direzioni, che non sono poi antitetiche.
La prima
direzione è quella della denunzia: (...) quello che diceva san Giacomo, dovremmo riproporlo immediatamente: - Guai
a voi ricchi, che rubate allo Stato, alla comunità, che sottraete denaro nei
modi più sporchi … Siate maledetti. Non avete dignità per stare in mezzo a noi.
–
Su questo, san Giacomo ci invita a essere chiari, a non utilizzare mezze
misure – queste cose non si fanno, non dovreste farle … – credo che siamo stati
troppo indulgenti: non possiamo sopportare che ci sia gente che lavora e gente
che accumula sul lavoro degli altri cifre sproporzionate, e ancora ci sia gente
che non riesca neppure a sbarcare il lunario e ci sia gente, a migliaia, a
milioni, che ha perso il lavoro …
Come possiamo
accettare questa politica che non ci annunzia niente di nuovo rispetto a questo
stato di cose che invece deve essere radicalmente ribaltato? (...) Ebbene, questo è un peccato che grida vendetta: ma non
per mandarlo domani all’Inferno, ma per intervenire nell’oggi, per cambiare le
cose oggi, perché non sono sopportabili, non sono secondo la parola di Dio e
non sono secondo la nostra coscienza. E’ assurdo.
Andiamo ora al
Vangelo di oggi: quindi la denunzia non può mancare. Diceva don Lorenzo Milani
che nei confronti dei politici il primo nostro dovere è quello di criticarli,
siamo sempre autorizzati a criticarli: perché è sicuro che non hanno fatto mai
abbastanza. Poi certo possiamo anche auto-criticarci e don Milani lo faceva
spesso verso se stesso, era molto esigente verso se stesso, altroché,
l’autocritica non deve mai mancare. Ma non dobbiamo mai farci incantare dalle
chiacchiere televisive, dai buoni propositi solo verbali .
Il Vangelo di
oggi, allora. Gesù ci invita e superare quella concezione che pure è stata
molto della Chiesa: i buoni sono dentro la Chiesa, i cattivi sono quelli di
fuori; i salvati sono i credenti, i dannati sono tutti gli altri. Gesù ci dice
invece; dove c’è un po’ di bene, lì sta operando Dio. Riconosciamo il bene, la
verità, le cose giuste in tutte le persone che le fanno e non pregiudichiamo niente
a seconda dell’appartenenza religiosa: - Tu sei protestante e non puoi fare
niente di buono, tu sei non credente e non puoi fare niente di buono. – Ma chi
l’ha detto? Dio è più grande della nostra esperienza credente. E Dio ama tutti
e opera in ciascuno
Quindi il
Vangelo ci invita ad accogliere le sollecitazioni che la Parola di Dio fa
ovunque avvengano. E poi ci dà un’indicazione importantissima, che continua il
Vangelo di domenica scorsa. Cosa dicevamo domenica scorsa? Quel garzone che
Gesù mette al centro, che viene comandato, che deve obbedire a tutti, che va, è
disponibile, servizievole, si dedica, non ha la testa montata. E Gesù ci
dice: - Dovete essere come lui, perché chi sa servire agli altri, costui è
degno agli occhi del Signore; chi non serve alla comunità non è degno di
niente. –
E Gesù poi continua il discorso, ma siccome gli apostoli non l’hanno
capito, perché stanno discutendo chi era il più grande, allora Egli continua
dicendo: - Cari apostoli, se voi scandalizzate le persone semplici, le persone
che credono al Vangelo e lo prendono sul serio, e vi fate tentare dal dominio,
allora è necessario fare operazioni chirurgiche: la mano, il piede, gli occhi.
Perché c’è questa identificazione? Perché il potere si esercita con la mano,
anche con la violenza fisica, con gli occhi, con l’intelligenza, cercando di
sovrastare il pensiero degli altri; e con i piedi, col camminare per costruire
il proprio bene, non il bene della collettività.
E quindi Gesù
ci dice di tagliare anche la mano, di togliere il piede se scandalizziamo gli
altri, se dovessimo tradire il Vangelo e scandalizzare la sensibilità di coloro
che ci vogliono credere senza lasciarsi vincere dalla tentazione del dominio,
perché il dominio è terribile. (...)
Continuiamo
allora a confessare le disparità di stipendi che offendono il lavoro quotidiano:
non capiamo perché alcuni guadagnano milioni, magari anche rubando, e medici
che hanno la responsabilità di un pronto soccorso, insegnanti che stanno ore e
ore con bambini difficili e scatenati, operatori che lavorano umilmente a
tenere pulita la città, chi lavora quotidianamente a casa, tutti questi lavori sono
poco pagati. Forse non valgono niente? Non sono tutte responsabilità?
Dovremmo
smontare questo sistema che abbiamo dato per scontato, perché non abbiamo più
avuto quest’atteggiamento profetico. Magari qualcuno ci ha anche guadagnato,
anche in ambito ecclesiale, purtroppo.
E invece il
Vangelo ci esorta a non scandalizzare la semplicità dell’accoglienza e della
parola di Dio: cioè la bellezza del servizio. – Hai servito? Ti bacio le mani.
Sei degno di stare in mezzo a noi. Se non lavori e rubi lo stipendio devi stare
lontano.
Condivido pienamente!
RispondiEliminaCondivido, anche da non credente, questo discorso che è davvero universale e trasversale.... ma quel sacerdote è ancora lì al suo posto? ;-) Buona giornata.
RispondiElimina@Costantino: grazie della visita e dell'apprezzamento. Buona giornata.
RispondiElimina@curlydevil: sono contenta della tua condivisione. Cosimo lo conosco da più di 25 anni: è un prete scomodo, non fa carriera. Ma ha uno sguardo luminoso e per me è un riferimento importante. Se potrò, inserirò l'audio dell'omelia. Un abbraccio.