“Ogni cosa al suo posto” era il ritornello ripetuto da mamme e zie a noi ragazzette cresciute negli anni ’60 tra il nuovo che avanzava - Beatles e Nutella - e l’antico di immutabili regole genitoriali.
Ora, gettare bucce di patate, torsoli di “sparacelli” e cipolle muffite assieme alla spazzatura, mi pare proprio mettere le cose fuori posto, disobbedendo quasi a una ancestrale vocina interna. Sogno allora che io e le mie vicine depositiamo i resti vegetali e gli eventuali scarti alimentari (per gli esperti “frazione umida organica”) in un capiente secchio che poi provvederemo a svuotare - o lo farà per noi un valoroso giovanotto disoccupato - nel vicino e vasto terreno coltivato.
Chissà se la nostra triste periferia, già nota all’intero Paese perché a un chilometro vi celebrava messa il coraggioso don Puglisi, questa volta non balzerà agli onori della cronaca per l’utile gesto di venti casalinghe ecologiste...
“Centonove”, 31.10.08
Ora, gettare bucce di patate, torsoli di “sparacelli” e cipolle muffite assieme alla spazzatura, mi pare proprio mettere le cose fuori posto, disobbedendo quasi a una ancestrale vocina interna. Sogno allora che io e le mie vicine depositiamo i resti vegetali e gli eventuali scarti alimentari (per gli esperti “frazione umida organica”) in un capiente secchio che poi provvederemo a svuotare - o lo farà per noi un valoroso giovanotto disoccupato - nel vicino e vasto terreno coltivato.
Chissà se la nostra triste periferia, già nota all’intero Paese perché a un chilometro vi celebrava messa il coraggioso don Puglisi, questa volta non balzerà agli onori della cronaca per l’utile gesto di venti casalinghe ecologiste...
“Centonove”, 31.10.08
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