giovedì 7 maggio 2009

BENEDETTA PRIMAVERA


Succede così, quasi all’improvviso. Un giorno, per portare tuo figlio agli scouts, ripassi da Villa Bonanno e ti accorgi che i platani hanno abbandonato l’aspetto spettrale che li caratterizza d’inverno e si sono riempiti di migliaia di timide, tremolanti foglioline verdi. Nel giardino della scuola resti abbagliata dal fucsia inebriante degli splendidi cercis siliaquastrum. Nelle strade di periferie ti commuovono le robinie fiorite e la sfavillante lanugine verdolina dei pioppi. Dovremmo fermarci. Fare obbligatoriamente cinque minuti di raccoglimento per rendere grazie per questo rinnovato miracolo. Di più: sostare, da soli o insieme, in adorante contemplazione. Per le gemme rinate. Per i fiori di pesco. Per i manti gialli di acetosella. Per il miracolo di una nuova primavera. Ringraziando la terra. Che non si è ancora stancata di questi stupidi, avidi – e troppo spesso anche dannosi – bipedi eretti. Spesso colpiti da deliri di onnipotenza. Incapaci di commuoversi per un albero fiorito.
("Centonove", 30 aprile 2010)

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