Facciamo di Palermo una città normale: questo, alcuni anni fa, lo slogan in campagna elettorale per eleggere sindaco e consiglio comunale. Ma Palermo non può ancora fregiarsi di tale aggettivo. Se la città fosse diventata “normale”, chi si serve dei mezzi pubblici potrebbe controllare oggi alle fermate l’orario in cui passerà l’autobus; inoltre la gente non lascerebbe la macchina in doppia fila: mentre ora in città “normale” continua a essere il posteggio selvaggio. Ancora, in una città normale, l’immondizia verrebbe raccolta ogni giorno, magari dopo un’attenta differenziazione. Invece da tempo i palermitani convivono con l’emergenza rifiuti. Così, quando qualche domenica fa finalmente l’automezzo dell’Amia ha raccolto i cumuli di spazzatura ammucchiati sotto casa mia, tutti gli abitanti del quartiere si sono affacciati per godere lo spettacolo. Perché, parafrasando Jovanotti, nella nostra città anormale, vedere che qualcuno porta via i rifiuti diviene quasi il più grande spettacolo dopo il Big Bang.
Maria D’Asaro (“Centonove”, n.22 del 7.06.2013)
Dici bene, spettacoli indecorosi. Non mi stupirei se, per far cassa, il Comune decidesse di far pagare il biglietto agli spettatori... Oltre alla Tares, ovviamente: pare che quest'anno aumenterà fino al 30%. Al big bang ci stiamo davvero tornando, temo. :-( Un abbraccio sulle note di Jovanotti :-)
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