Se ne è andato il 3 luglio 1995, impiccandosi a un albero di albicocco, a Pian dei Giullari, in Toscana, Alex Langer, fondatore dei Verdi in Italia, strenuo promotore di ‘ponti’, costruttore di pace e profeta verde.
Ci ha lasciato un biglietto “I pesi mi sono diventati davvero insostenibili, non ce la faccio più. Vi prego di perdonarmi tutti anche per questa dipartita. Un grazie a coloro che mi hanno aiutato ad andare avanti. (…) «Venite a me, voi che siete stanchi ed oberati». Anche nell’accettare quest’invito mi manca la forza. Così me ne vado, più disperato che mai. Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto.”
Su “Il Manifesto”, il 21 ottobre di tre anni prima, in occasione del suicidio di Petra Kelly) aveva scritto parole lucidamente anticipatorie e strazianti:
“A Petra Kelly più che a chiunque altro spettava anche individualmente l’appellativo col quale i «Grünen» nel loro insieme spesso erano stati caratterizzati: «Hoffnungsträger», portatori di speranze collettive. La giovane e minuta ex funzionaria socialdemocratica della Comunità europea (…) con foga quasi religiosa e con enfasi profetica aveva proclamato alcune verità semplici, ma difficili da tradursi in politica: che la pace si fa togliendo di mezzo le armi e gli apparati militari, che i diritti umani e di tutti gli esseri viventi non possono sottostare ad alcuna ragione di stato ed hanno carattere assoluto, che l’umanità deve optare se accelerare la corsa al suicidio (ed eco-cidio) o se preferisce un profondo cambiamento di rotta, magari doloroso per qualche rinuncia nel breve periodo, ma anticipatore di una nuova e più ricca qualità della vita. (…)
Forse è troppo arduo essere individualmente degli «Hoffnungsträger», dei portatori di speranze: troppe le attese che ci si sente addosso, troppe le inadempienze e le delusioni che inevitabilmente si accumulano, troppe le invidie e le gelosie di cui si diventa oggetto, troppo grande il carico di amore per l’umanità e di amori umani che si intrecciano e non si risolvono, troppa la distanza tra ciò che si proclama e ciò che si riesce a compiere."
Quando, vent’anni fa circa, mi è capitato di leggere sul sito della Fondazione, la sua biografia Minima Personalia, me ne sono perdutamente innamorata.
Gli ho scritto una lettera postuma, qui.
Senza di lui siamo più poveri e soli. Ma Alex ci ha tracciato profeticamente gli orizzonti sui quali continuare: scelte ecologiche vere, nonviolenza (con istituzione dei corpi civili di pace e non con l’aumento delle spese per le armi), giustizia sociale.
Basterebbe leggerlo e … mettere in pratica il suo ottimo progetto politico.
Qui un ottimo articolo di Pasquale Pugliese, del Movimento nonviolento, su il Fatto Quotidiano
Qui l'articolo di Bettin, su il Manifesto di oggi. (per chi si può registrare o è abbonato)
Grazie, infine, a Massimo Messina che su FB ha pubblicato l’Amaca di Michele Serra (La Repubblica, 3.7.25): "Alex, che voleva cambiare il gioco"
"Oggi è il trentesimo anniversario della morte di Alexander Langer, che decise di andarsene quando non aveva ancora cinquant’anni. Fu tante cose, così tante che quasi imbarazza ricordarlo in uno spazio così piccolo.
L’attività di intellettuale e quella di politico erano, per lui, semplicemente la stessa cosa: indistinguibili, come se il pensiero non fosse possibile senza la politica e viceversa.
Internazionalista e umanista, si definiva facitore di pace — non pacifista — e si vergognò a morte, da europeo, dell’insussistenza e della viltà dell’Europa durante l’orribile guerra tra le micro-nazioni della fu Jugoslavia. Pochi giorni dopo la sua scomparsa, come in un passaggio di testimone tra gli offesi e i carnefici, a Srebrenica i serbo-bosniaci massacrarono la popolazione musulmana come si fa con i tonni nella tonnara. Il genocidio era tornato in Europa.
Verrebbe da pensarlo come uno sconfitto, perché quasi nulla di ciò che avrebbe voluto è accaduto in Europa e nel mondo, e quasi tutto ciò che non voleva — il nazionalismo, la divisione, la guerra — è accaduto e continua ad accadere. Negli ultimi trent’anni sembra spazzata via la possibilità stessa di una diversa umanità, più fantasiosa delle nazioni, più intelligente della violenza, più pensosa, profonda e gentile. Il format del maschio prepotente e incolto domina la scena: nel gioco dei contrari, per immaginare Langer basta pensare al preciso opposto di Trump.
Però basta rileggere, o leggere, Il viaggiatore leggero, il libretto Sellerio che raccoglie alcuni dei suoi scritti, per ritrovare la voglia di battersi, diciamo così, proprio su un altro piano. A un altro livello, con altri mezzi, altre parole. Come se la vera posta in palio non fosse battere il nemico, ma cambiare il campo di gioco e le sue regole".
Qui altri approfondimenti:
Mi viene da associare Alex al MIR, però ti confesso che non saprei spiegarti il perché né il come. Scusami
RispondiEliminaLeggerò volentieri i tuoi link. Amo conoscere, capire e tu sei una grande fonte di sapere. Grazie.
@Farfalla Legger@: l'associazione di Alex con il MIR è assai propria! Alex parte da una formazione cristiano-cattolica che si porterà sempre dentro di sè e il MIR ( movimento internazionale, a base spirituale, composto da persone impegnate nel praticare la nonviolenza attiva come stile di vita, e come mezzo di trasformazione personale, sociale, economica e politica) è molto vicino alle sue idee. Grazie di cuore della tua attenzione e del tuo generoso apprezzamento.
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