domenica 21 ottobre 2018

Denis e Nadia, due vite da Nobel

    Il premio Nobel per la pace 2018 è stato assegnato a due persone che hanno lottato contro la brutalità umana e hanno testimoniato con la loro vita la possibilità di resistere all’odio e di aiutare le vittime di violenza. Si tratta del medico congolese Denis Mukwege e di Nadia Murad, vittima di crimini commessi dall'Isis in Iraq.
Denis Mukwege, nato nel 1955 a Bukavu, in Congo, dopo essersi laureato in medicina in Burundi, si è specializzato come ginecologo in Francia. Nel 1998 ha aperto nella sua città natale un ospedale – il Panzi Hospital – la cui missione principale è curare le donne vittime di violenza sessuale, donne che, purtroppo, nell’Africa centrale sono tante, in quanto lo stupro viene considerato un’arma da guerra.  
     Nadia Murad, di etnia yazida, è nata nel 1993 nel villaggio di Kocho, nel nord dell'Iraq. Era una studentessa ventunenne quando, nel 2014, i miliziani dell'Isis sono arrivati nel suo villaggio, hanno ucciso gli uomini, fatto scomparire le donne anziane e l’hanno rapita insieme ad altre ragazze e bambini. Divenuta schiava sessuale, qualche mese dopo Nadia è miracolosamente riuscita a scappare, quando il suo carceriere per disattenzione non ha chiuso a chiave la porta della casa di Mosul in cui era prigioniera. Aiutata da una famiglia della zona, è riuscita a raggiungere il campo profughi nel nord dell’Iraq e a rifugiarsi in Germania, a Stoccarda. E’ poi diventata ambasciatrice di pace all’ONU e ha partecipato a varie iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul tema dei rifugiati e soprattutto sulla tratta di esseri umani.
     Il Nobel per la pace, istituito dal testamento di Alfred Nobel del 1895, a differenza degli altri premi, viene assegnato in Norvegia, ad Oslo, e non in Svezia dove invece – precisamente a Stoccolma - qualche giorno prima del conferimento del Nobel per la Pace, sono stati proclamati i vincitori degli altri premi: quello per la Medicina è stato attribuito allo statunitense James P. Allison e al giapponese Tasuku Honjo, che hanno potenziato la capacità reattiva del sistema immunitario contro le cellule cancerose; il Nobel per la Fisica è stato assegnato ad Arthur Ashkin, Gérard Mourou e  Donna Strickland per i loro studi che hanno rivoluzionato la fisica dei laser, rendendone possibili nuove applicazioni nell’industria e nella medicina; triplice condivisione anche del Nobel per la Chimica, andato a Frances H. Arnold, George P. Smith e a Gregory P. Winter, che hanno applicato i principi dell’evoluzione e della genetica a enzimi e anticorpi; a William D. Nordhaus e a Paul M. Romer, infine, il premio Nobel per l’Economia, per aver inserito i cambiamenti climatici e l’innovazione tecnologica nell’analisi dei processi macroeconomici.
     Non è stato invece assegnato quest’anno il premio Nobel per la Letteratura: una decisione sofferta da parte dell’Accademia svedese, a seguito dello scandalo sulle molestie sessuali che ha coinvolto il fotografo Jean-Claude Arnault, marito di una donna, Katarina Frostenson, membro dell’Accademia stessa. Il fotografo avrebbe ricevuto finanziamenti da parte dell’Accademia per una associazione culturale da lui fondata.
     Fermi un giro, dunque, per ritrovare credibilità e fiducia agli occhi del mondo. I candidati al Nobel per la Letteratura, rimasti quest’anno a bocca asciutta, si rifaranno comunque nel 2019, quando i premi assegnati saranno due, uno per il 2019 e uno, appunto, per il 2018. 

Maria D’Asaro, Il Punto Quotidiano, 21.10.18

4 commenti:

  1. Era tanto che aspettavamo due veri nobel per la pace.

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  2. Maria, è sempre un piacere leggere i tuoi post.

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    1. @Silvia: per me è un piacere e un onore sapere che leggi ciò che scrivo. Grazie.

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