Noi palermitani siamo spesso spettatori di uno strano spettacolo, credo insolito in altre metropoli: la comparsa, tra le auto, di un cavallo spronato al galoppo. Trainato da uno o due uomini che lo pungolano con un frustino, legato a un carrettino sbilenco, il cavallo appare improvvisamente da una viuzza secondaria, attraversa per un tratto la via maestra, per sparire poi nel nulla da cui era venuto. Si prova una grande tristezza nel vedere la galoppata urbana del puledro: vittima di allenamenti sfibranti. Pegno, temo, di sordide gare clandestine. Forse pena e inquietudine derivano anche dal legame sottile tra la visione del cavallo, spesso nero e con bava spumeggiante, e il riaffiorare di incubi onirici e paure ancestrali …
Talvolta cavallo e cavaliere mi passano vicinissimi, quasi a sfiorarmi. Per una frazione di secondo incontro il loro sguardo. Mi chiedo chi dei due sia il più disperato: l’uomo o il cavallo?
Maria D’Asaro
( pubblicato su “Centonove” il 25-06-2010)
Talvolta cavallo e cavaliere mi passano vicinissimi, quasi a sfiorarmi. Per una frazione di secondo incontro il loro sguardo. Mi chiedo chi dei due sia il più disperato: l’uomo o il cavallo?
Maria D’Asaro
( pubblicato su “Centonove” il 25-06-2010)
Una testimonianza: via dell'Ermellino (Palermo), mattina; su un vespino due giovani, quello che sta dietro tiene per la cavezza un puledro al trotto; poi la corda gli scappa di mano (o il cavallo si libera?) e il puledro resta dietro a trottare libero. Una brusca frenata, una rapida discesa dal vespino e queste testuali parole, andando incontro al cavallo, per riprenderlo: "Ferma, sinno' t'ammazzamu cca'". La minaccia deve essere apparaa terrificante: morire per strada e non nella propria stalla. Il cavallo si ferma e la cavezza torna in mano all' "allenatore". Grazie per l'ospitalità
RispondiElimina(mi pare di averti già raccontato questa storia)
ctldzffr
Ciao, caro collega dalle tante consonanti: si, mi avevi fatto cenno dell'episodio. Ma qui l'hai raccontato ancora meglio. Grazie.
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