venerdì 2 luglio 2010

Il mito vero della creazione


(Questo brano è una rielaborazione della teoria del Big Bang “in chiave mitica”, e riflette il "cammino incerto fra la scienza e ciò che può essere oltre la scienza, con poche illusioni, un po’ di malinconia e molte domande, ma senza mai prescindere dall’ammirazione della bellezza…".

Il testo  è stato un elemento di una serata a Piana degli Albanesi, passata ad osservare l’orizzonte e le stelle, ascoltando alcune musiche e la lettura di alcuni miti.
Ecco alcuni dati sull’universo, una canzone di Paolo Conte, il brano qui trascritto e una canzone di Guccini)

La nostra Galassia: larghezza 100.000 anni luce, numero di stelle circa 300 miliardi. La galassia più vicina è Andromeda, dista 2 milioni e mezzo di anni luce e ha 1000 miliardi di stelle. Insieme a una cinquantina di altre galassie più piccole, fa parte del nostro “Ammasso locale” di galassie. Oltre questo ammasso, si calcola vi siano circa 100 miliardi di altre galassie in ogni dove…

“Chissà” di Paolo Conte: http://www.youtube.com/watch?v=mFuYiN6Bnls)



In principio il Tutto coincideva con il Nulla. Diciamo per dire “in principio”, perché la galassia di Andromeda con due piccole galassie satelliti passato presente e futuro ancora non esistevano: il tempo non era nato, non era misurabile. Il tutto-nulla era in un solo Punto. Non c’erano materia ed energia separate, in quel Punto infinitesimale il tutto-nulla era in uno stato caotico e indefinito, lì, inimmaginabilmente concentrato e inimmaginabilmente caldo.
Questa era la cosa certa, questo calore, il Fuoco dell’origine, ma “fuoco” è parola impropria: il calore era miliardi di miliardi di volte più caldo del sole.Poi “accadde”. Non si sa perché. Forse il calore era troppo, o, al contrario, d’un niente ha iniziato a raffreddarsi, come se si incrinasse il suo predominio assoluto e totale. Certo è che avvenne, venne la nascita del tempo e dello spazio. E dell’universo. In nove EreNella Prima, l’Era di Plank, nacque la prima frazione di tempo, infinitamente infinitesimale, sì: ma determinata, ‘finita’, per la prima volta ‘esistente’.
Con essa nacque il tempo e il prima e il dopo: questo circa 13,7 miliardi di anni faPoi vennero altre ere, quella dell’Unificazione – l’universo era già grande quanto un pallone di calcio – e quella dell’Inflazione, etc: alla fine della quarta era tutto il cosmo era largo dieci passi ed era passato un miliardesimo di secondo.Poi avvenne che l’energia s’addensa in frammenti d’atomi, in particelle subatomiche; il cosmo si crea, in due opposti a specchio, in materia e antimateria, in modo eguale. Ma nulla è stabile, materia e antimateria appena create si annichiliscono e si ritrasformano in energia: continuamente energia in materia e materia in energia, tutto per miliardi di volte in frazioni minime di secondi. Però c’è una novità: la materia tende a resistere, a non ritrasformarsi subito in energia come fa l’antimateria: la materia a differenza dell’antimateria, permane.
Alla fine dell’ottava Era - l’Era dell’Opacità - sono passati 200 secondi, la materia è prevalsa sull’antimateria e si formano i primi atomi leggeri, idrogeno, elio, litio... L’universo è grande già cento anni luce e continua ad espandersi a velocità altissime, mentre con il formarsi degli atomi si generano immense quantità di fotoni che cominciano a diffondersi ovunque. Così avvenne il parto dell’Universo, esso “si “ partorì, con un gemito, la cui eco rimane infinita, nel tempo e nello spazio, e tuttora s’avverte, tutto impregna col suo “rumore di fondo”, la “radiazione cosmica di fondo” di quei fotoni che ancora oggi schizzano via verso ogni dove.

Infine, nell’era della Materia, che è quella che ancora oggi dura, dopo 200 milioni di anni la materia ‘spruzzata’ in modo non uniforme comincia ad addensarsi in ammassi locali e si formano le prime stelle, si innestano le fusioni nucleari, gli atomi si addensano in nuovi atomi, a volte in atomi più pesanti, fino al ferro. Ma sono solo alcune stelle, le più gigantesche, che ad un certo punto esplodono in supernove con bagliore immenso, lasciando al centro un buco nero, ma creando e “imbrattando” l’universo degli atomi ancora più pesanti, come l’oro, l’argento, il piombo, l’uranio. Così, tutti gli atomi dell’universo vengono da stelle, anche la nostra terra e tutto quello che essa contiene. Anche noi, quindi: anche noi siamo fatti di stelle.Però a metà corsa c’è una sorpresa: dopo 7 miliardi d’anni di espansione, di allontanamento dal centro, tutto avrebbe dovuto cominciare a rallentare. E invece no, tutto improvvisamente s’accelera, sempre più in fuga in tutte le direzioni.
Non si capisce bene, si fanno alcuni conti e si arriva a capire che questo è spiegabile solo se, oltre alla materia visibile e all’energia nota, ci sia una fetta, una fetta molto grande, d’ignoto. Oggi si pensa che le galassie siano solo il 4% dell’universo; restano un 22% di materia ignota, chiamata Materia Oscura e circa un 74% di Energia Oscura.
E del domani nulla si sa, forse tutto era in un Punto e ora tutto s’estenderà fino a riempire il Tutto, e forse tutto diventerà freddo, verrà un Gelo che tutto fermerà, bloccherà, renderà immobile, rigido fino alla morte termica dell’universo. O tutto riprenderà a ‘cadere’ verso il centro, verso un nuovo Tutto PuntiformeCerto è che in fondo anche quel che vediamo non è. Perché nulla è come appare. Quello che è oltre questo nostro giardinetto del sole e della nostra terra è in questo momento pura immagine: il nostro sguardo non attraversa in realtà lo spazio, ma il tempo e s’arretra fra epoche diverse e si perde in ere lontane e remotissime.
 Lo spazio che ci appare non è uniforme, ma deformato, contorto, distorto dal tempo, immagini riflesse di tempi e spazi antichi che non sono più. La luce della stella più vicina, Proxima Centauri, è quella che essa ha emesso 4 anni fa; la luce delle altre stelle e galassie e ammassi di galassie risale a migliaia, milioni, miliardi di anni fa: l’universo che abbiamo di fronte ai nostri occhi in questo istante, quindi, non è l’universo che esiste “ora”: in teoria… potrebbe non esistere più!

Si dice che la scienza abbia a che fare con la realtà e con la concretezza, sia fredda e arida, non lasci spazio ai sogni. Ma forse è proprio il contrario: sono le filosofie e le religioni che cercano spiegazioni e vorrebbero regalarci risposte rassicuranti, che vorrebbero dissolvere il mistero con certezze e dogmi: mentre il mistero, con tutto il suo inquietante fascino, resta nella scienza, negli assurdi sogni delle menti di scienziati visionari, che -come bambini incantati- continuano a balbettare tentativi di bizzarre e parziali spiegazioni, camminando con passi incerti di fronte a questa straziante immensità dell’universo.

“Stelle” di Francesco Guccini: http://www.youtube.com/watch?v=jeqQM5X_Rvs

1 commento: