venerdì 24 febbraio 2017

Gesù: che Tenerezza di uomo ... Ecco la recensione


            Tra i meriti del saggista e filosofo Augusto Cavadi, oltre alla rara capacità di coniugare in modo esemplare rigore di pensiero e chiarezza espositiva in campi che spaziano dalla politica alla filosofia, dalla teologia all’etica e all’impegno sociale, c’è anche quello di riuscire a condensare spunti imperdibili in libretti all’apparenza modesti. In particolare, nelle novanta pagine che compongono il saggio Tenerezza – Hanna Wolff e la rivoluzione (incompresa) di Gesù (Diogene Multimedia, Bologna, 2016, €5) l’autore ci offre le riflessioni su Gesù di Nazareth a opera della poco nota teologa e psicoterapeuta Hanna Wolff, deceduta nel 2001. L’intento dichiarato del testo è quello di richiamare l’attenzione sulle interessanti tesi della studiosa tedesca che, a parere di Cavadi, non merita affatto la damnatio memoriae cui sembra condannata: infatti le sue conclusioni teologiche, davvero suggestive e innovative, hanno il merito di presentarci un Gesù storico più autentico e “liberatorio” di quello conosciuto, ad esempio, attraverso le confessioni cristiane.
         Che Gesù ci presenta questa studiosa di confine, che si è occupata di teologia e psicoterapia attraversando con coraggio e grande competenza tali discipline? Nei suoi tre testi fondamentali - Gesù, la maschilità esemplare; Gesù psicoterapeuta; Vino nuovo, otri vecchi - riproposti in italiano dall’editrice Queriniana e ben riassunti nel saggio di Cavadi, viene delineata la figura storica di un Gesù rivoluzionario incompreso, maschio e terapeuta esemplare; un Gesù che rifiuta il Dio degli eserciti, l’onnipotente Dio-patriarca della tradizione vetero-testamentaria. Ma la discontinuità tra Antico e Nuovo Testamento, così netta nelle parole e nella vita del Nazareno, è stata poco compresa già dai suoi stessi discepoli che “hanno forzatamente ‘armonizzato’ il messaggio di Gesù con il patrimonio biblico anteriore”. Secondo la teologa “La fanatica volontà di avviticchiarsi, come un’escrescenza parassita, all’ebraismo e al suo patrimonio religioso” trae origine “dalla ricerca non riuscita, e realizzata solo in parte, dell’identità cristiana”; per cui, paradossalmente, Cristo “che respingeva ogni giudizio, è divenuto il giudice del mondo.
Hanna Wolff
        La Wolff, con la sua attenta esegesi, ci dimostra invece che il Gesù originario credeva in un Dio assai diverso: un Dio misericordioso, un Dio empatico, che ci ama e ci lascia liberi “che garantisce un ritorno senza timore nella casa paterna/materna, che esclude radicalmente ogni ricorso alla violenza; (…) che, come un artista degno di lode, sollecita gli esseri umani a diventare artisti simili a lui.” Cavadi argomenta quindi che “cortei pro-famiglia, pro-campanile, pro-nazione potranno sempre svolgersi, ma non in nome di Gesù il Galileo” ed evidenzia come “la predicazione del vescovo di Roma – centrata sulla misericordia divina più che sul rigore legalistico patriarcale – troverebbe nelle ricerche bibliche e antropologiche della Wolff un più che solido fondamento scientifico”. 
      Hanna Wolff sottolinea ancora che Gesù, capace di integrare armonicamente l’anima maschile e quella femminile, è stato un “maschio singolare”: infatti, mettendo al centro della sua predicazione i valori femminili della disponibilità, della ricettività e della cura, ha demolito l’androcentrismo del mondo antico. Cavadi mette poi in evidenza che la Wolff, attraverso questa ‘nuova’ immagine storica di Gesù Cristo, ci fa ripensare criticamente molta teologia e altrettanta antropologia; infatti: “l’uomo concepito da Gesù è capace di rinunziare totalmente alle proiezioni che lo alienano e lo de-responsabilizzano (…). E’ di estrema plasticità psicologica: mostra di possedere ‘una sviluppata funzione del sentimento’(…); una spontanea e diretta percezione della natura profonda degli uomini e delle cose; (…) la capacità di vedere la realtà nella sua concretezza e di dare altrettanta concretezza alla dimensione più autentica, nonché di renderla comprensibile a tutti”
       Infine, in Gesù la Wolff riconosce un precursore della psicoterapia contemporanea “perché in lui è pienamente presente la conoscenza dei processi psichici costruttivi o distruttivi della vita; (…) perché risana la persona ammalata (…), aiutandola a perseguire un agire costruttivo, che permetta di edificare la propria vita in gioiosa responsabilità”. Gesù dunque è lo psicoterapeuta esemplare, che “esorta l’uomo a diventare ciò che può e deve essere”, dà rilevanza sociale alle verità fondamentali dell’esistenza umana, esige da ciascuno il coraggio di incontrare se stesso.
        Grazie allora ad Hanna Wolff e al prezioso libretto di Cavadi, che ci fanno innamorare di questo Gesù maestro di cura: Tenerezza incondizionata che ci aiuta a vivere relazioni umane amorevoli, libere e autentiche e feconda un ventaglio infinito di possibilità esistenziali.  
        
                                                                  Maria D’Asaro: 100NOVE n.8 del 23.2.2017, pag.31

6 commenti:

  1. ...che se anche suo Padre fosse tenero, amorevole e responsabile come lui, saremmo tutti più contenti. Ma sappiamo che spesso i padri hanno tanto da imparare dai loro figli...

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  2. Una disamina interessante e oltretutto non conosco Hanna Wolff.
    Qui da te mi arricchisco di pensieri ^_^

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    1. Santa S: non la conoscevo neppure io prima di leggere l'intrigante libretto. Anche io mi arricchisco di pensieri da quando frequento il blog di una certa Santa furiosa ^_^

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  3. Come al solito interessante guardare da prospettive nuove e inusuali: l'unificazione di yin e yang? psicoanalisi (o in generale psicoterapia)? Perché no?
    Viene fuori allora la mia parte dissacrante (absit iniura verbis). Non posso farci nulla (ormai mi sono venute in mente, queste idee) e si pecca anche in pensieri e parole. Faccio un passo avanti vicino l'orlo di un dirupo: come sarebbe la sua pagina facebook? e il suo blog? avrebbe un account twitter?
    Va bene, ormai, dopo questo commento, sono rassegnato a farmi qualche periodo di purgatorio in più (almeno spero, altrimenti dritto all'inferno). Ma da quanto capisco, forse mi aspetta non una punizione (da antico testamento) ma misericordia e perdono. Buona domenica, Maria.

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  4. ctld: un teologo dice che forse l'Inferno è vuoto. Non tanto perchè siamo buoni, ma per la misericordia di chi ci accoglie ... Mistero. Intanto, sperimentiamo che a salvarci è solo l'amore. Buona domenica, caro Aldo.

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