Lunedì è morto Pawel Adamowicz, sindaco della città di Danzica dal 1998, considerato un politico progressista e liberale e da tempo molto critico verso il governo polacco di estrema destra. Adamowicz, 53 anni, era stato accoltellato la sera prima mentre partecipava a un noto evento di beneficenza, davanti a migliaia di persone: era stato portato in ospedale e sottoposto a un’operazione di cinque ore, che però non è stata sufficiente a salvargli la vita. L’assalitore, un 27enne da poco uscito di prigione, è stato arrestato: ha detto che voleva vendicarsi per essere stato ingiustamente incarcerato quando al governo c’era Piattaforma civica, il partito di Adamowicz. (…)
Adamowicz era un politico molto popolare e un sindaco conosciuto per le sue idee progressiste, piuttosto rare nella Polonia di oggi, uno dei paesi più illiberali d’Europa.
Era nato a Danzica il 2 novembre 1965, dove cominciò a occuparsi di politica fin da giovane. Studiò legge all’università della sua città e negli anni Ottanta partecipò all’organizzazione di alcuni scioperi studenteschi e si unì all’opposizione democratica che si era formata sotto la leadership di Lech Wałęsa, fondatore del sindacato Solidarność. Dopo il crollo del Muro di Berlino, mentre la Polonia si stava trasformando in una democrazia multipartitica, Adamowicz continuò a lavorare in università e a fare attività politica. Divenne consigliere comunale di Danzica nel 1990 e sindaco nel 1998: fu rieletto per il suo sesto mandato a novembre dello scorso anno, e sarebbe dovuto rimanere in carica fino al 2023. Era sposato con Magdalena, docente di legge dell’Università di Danzica, e aveva due figlie, Antonina (nata nel 2003) e Teresa (nata nel 2010).
Politicamente, Adamowicz era vicino a Piattaforma civica, partito polacco di centrodestra, liberale e favorevole all’Unione Europea. Tra le altre cose, si era espresso a favore dei diritti dei migranti, dei rifugiati e delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), in contrasto con le posizioni del governo polacco di destra guidato dal partito Diritto e giustizia (PiS, la sigla in polacco), che negli ultimi anni ha trasformato la Polonia in uno stato sempre più illiberale e anti-europeista. Si era anche detto favorevole all’educazione sessuale nelle scuole e aveva espresso solidarietà alla comunità ebraica di Danzica dopo che lo scorso anno un vetro della sinagoga cittadina era stato rotto in quello che la polizia aveva definito un atto vandalico.
Anche se Adamowicz non sembra essere stato ucciso per le sue idee politiche, secondo diversi osservatori ed esperti la sua morte sarebbe stata il risultato del clima di odio e violenza che da tempo pervade il dibattito pubblico e politico in Polonia, chiamato anche il «paese dei complotti». (...)
Un centinaio di persone in piazza a Palermo per ricordare il sindaco di Danzica Pawel Adamowicz, assassinato da un fanatico sul palco di un'iniziativa benefica, e per dire no al clima di violenza che agita l'Europa. In piazza Verdi esponenti del Partito democratico siciliano, guidati dal segretario Davide Faraone, gli assessori Emilio Arcuri e Giovanna Marano, alcuni consiglieri comunali e altri cittadini si sono ritrovati insieme, ciascuno con una candela bianca in mano. Accanto alle bandiere del Pd anche un paio di vessilli dell'Unione europea. "Questo omicidio è contrario ai valori dell'Unione ed è figlio di un clima di violenza e odio diffuso in Europa", dicono i manifestanti. Presente in piazza, con una coccarda bianco-rossa sulla giacca, anche il console onorario della Polonia in Sicilia, Davide Farina. (da qui).
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