Prima che il pacioso Babbo Natale la precedesse e la surclassasse, era la vecchia e saggia Befana a depositare i doni ai bambini nelle calze all’uopo preparate. Solo a quelli buoni però; ai meno buoni sarebbe toccato il nero carbone. Purtroppo da tempo la virtù della bontà non gode più buona fortuna nel nostro Paese, né tra i bambini né tra i grandi; e viene spesso dileggiata o confusa con le sue caricature: debolezza, buonismo, incapacità di prendere posizione.
Il Presidente della Repubblica, il palermitano doc Sergio Mattarella, nel suo toccante e, per certi versi, inconsueto e spiazzante messaggio di fine anno, ha ribadito l’importanza della bontà, parlando di condivisione di valori, di rispetto, di buoni sentimenti.
Ecco alcuni passaggi del suo discorso: “Care concittadine e cari concittadini (…) quel che ho sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell’anno da parte di tanti (…) esprime, soprattutto, l’esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. La vicinanza e l’affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unità, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che è il nostro comune destino. Proprio su questo vorrei riflettere brevemente, insieme, nel momento in cui entriamo in un nuovo anno.
Sentirsi “comunità” significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa “pensarsi” dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese.
Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore.
So bene che alcuni diranno: questa è retorica dei buoni sentimenti, che la realtà è purtroppo un’altra; che vi sono tanti problemi e che bisogna pensare soprattutto alla sicurezza. Certo, la sicurezza è condizione di un’esistenza serena. Ma (…) la vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza. Sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro: tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l’un l’altro.
Qualche settimana fa a Torino alcuni bambini mi hanno consegnato la cittadinanza onoraria di un luogo immaginario, da loro definito Felicizia, per indicare l’amicizia come strada per la felicità. Un sogno, forse una favola. Ma dobbiamo guardarci dal confinare i sogni e le speranze alla sola stagione dell’infanzia. Come se questi valori non fossero importanti nel mondo degli adulti.
In altre parole, non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società. Sono i valori coltivati da chi svolge seriamente, giorno per giorno, il proprio dovere; quelli di chi si impegna volontariamente per aiutare gli altri in difficoltà. Il nostro è un Paese ricco di solidarietà. Spesso la società civile è arrivata, con più efficacia e con più calore umano, in luoghi remoti non raggiunti dalle pubbliche istituzioni. (…) È l’immagine dell’Italia positiva, che deve prevalere. (…)”
Allora, prendiamo sul serio l’invito della più alta carica dello Stato, a cui ha fatto eco il messaggio di papa Francesco in occasione della 52° giornata mondiale per la pace, che si è celebrata il 1° gennaio. La bontà è virtù necessaria, conveniente, opportuna. Facciamola tornare di moda, in questo 2019.
Maria D’Asaro, Il Punto Quotidiano, 6.1.19
(5 e 6 gennaio sono giorni tristi per la memoria ‘storica’ di tanti siciliani: il 5 gennaio 1984 veniva ucciso a Catania il giornalista Pippo Fava, autore di tante inchieste illuminanti sulla mafia catanese e i suoi fiancheggiatori; il 6 gennaio del 1980 veniva trucidato a Palermo Piersanti Mattarella, politico democristiano, allora Presidente della Regione Siciliana: parlo qui di Pippo Fava e qui e qui di Sergio e Piersanti Mattarella.
Il giornalista Pippo Fava
Il Presidente Piersanti Mattarella
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RispondiEliminaNon commento il discorso di Mattarella che mi ricorda un po' lo "state buoni se potete"di Branaduardi. Ricordo con tristezza il cinque gennaio , morte di cui ho più memoria
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