Dei quattro nonni previsti, a Maruzza ne toccarono in sorte solo due.
Uno, il nonno paterno, morì prima che suo padre si sposasse. La madre di sua madre scomparve invece sette mesi prima che lei nascesse. E Maruzza ebbe sempre il sospetto che la prossimità che lei intratteneva con la Nera Signora fosse una conseguenza delle lacrime materne che lei aveva dovuto inghiottire col liquido amniotico.
Per fortuna nonno Turiddu, papà di mamma, il nonno migliore del mondo, le fu accanto per diciannove splendidi anni. E poi ci fu una nonna davvero speciale, la mamma di papà: nonna mignon, che non arrivava al metro e quaranta di altezza e dagli occhi celesti come acquamarina.
Nonna Antonina |
Poiché nel paesino sperduto dove viveva Maruzza non esistevano baby- sitter, visto che mamma lavorava alle Poste e papà faceva il sarto, nonna Antonina andava a casa della bimbetta quasi ogni giorno. Come tutte le nonne giulianesi di mezzo secolo fa, usava raccogliere i capelli in una crocchia di trecce annodate con varie forcine alla nuca. – Nonna, possiamo (s)pettinarti? – la tormentava Maruzza, seguita a ruota dalla sorellina. E, senza neppure aspettare risposta, le scioglieva i lunghi capelli d’argento, trasformati in cavie pazienti per i suoi bizzarri esperimenti estetici. – Nonna, guarda come ti stanno bene sciolti … no, anzi ti stanno meglio con due trecce … ora proviamo un’altra pettinatura … –
E la nonna continuava a sorridere, cercando di sottrarsi alle ripetute richieste delle nipotine di rimirarsi allo specchio per ammirare le improvvisate acconciature.
– Nonna, siamo in inverno: questo bambolotto non può resistere solo con maglietta e mutandine: sente troppo freddo – sentenziava perentoria Maruzza. – Per favore, cuciamogli un vestito. – Presi degli scampoli di stoffa marrone, la nonna si metteva immediatamente all’opera. Tagliava e cuciva pantaloni e giacchetta con la stessa meticolosità e attenzione che avrebbe avuto nel cucire un vestito per le nipotine. E con lo stesso amore. – Ti piace, Mariantonie’? Accussì ‘u pupiddu unni senti cchiu friddu” – E la bimba guardava ammirata e contenta il pupetto vestito con un inappuntabile completino marrone.
– Nonna, facciamo la pioggia di neve? – Se aspettiamo un pochino, la neve cade davvero … – No, no facciamola noi la neve, subito, ora – insistevano Maruzza e la sorellina, saltellandole allegramente attorno.
La pioggia di neve consisteva nello sminuzzare centinaia e centinaia di pezzettini di carta e poi farli cadere giù, ad esempio salendo su una sedia. La destinataria della pioggia di neve era, neppure a dirlo, la capigliatura della nonna, che accondiscendeva sorridente anche a questo gioco.
Tra poco Maruzza sarebbe divenuta nonna anche lei. Ma qualcuno avrebbe esclamato, sicuramente a ragione: – Non ci sono più le nonne di una volta ... –
....proprio come una volta no ma quasi...Ora i figli ti affidavano lo stesso i nipotini ma devi seguire rigidamente le loro regole oppure trasgredirle con la complicità dei bimbi,augurandoti che non vengano mai a saperlo..
RispondiEliminaCiao cara Maruzza, che amorevole questo raccontismo!!! Ora ti raccontolo della mia nonna paterna unica conosciuta, degli altri tre non ne so nulla. La nonna era proprio un esempio di moralità ha ha, la chiamavano la strega, aveva i capelli lunghi rossi e gli occhi azzurri come i miei, alta, fiera, pazza come un cavallo. Inmaterna, lasciava l'unico figlio ai contadini per andarsene a girare il mondo con nuovi amori, non sapeva fare nessun lavoro domestico, non sapeva fare nessun lavoro tranne che bersi il vino di tutto il triveneto. Era temuta perchè aveva uno sguardo e un linguaggio che incendiava, nonostante tutto era molto intelligente ma la sua dote servì solo a rovinarsi, delapidò quasi tutti i suoi averi e poi se ne andò...nonostante tutto tutti si ricordano quella strega. Un abbraccio!
RispondiEliminaP.S. risposta "alle domande non bastano"
RispondiElimina@mdfex: comincio a intuire di che si tratta. Un abbraccio affettuoso e buone vacanze.
RispondiElimina@Pippi: che tipa tosta, la tua nonna dai capelli rossi e l'animo indomito! Ricambio il cosmoabbraccio e ti auguro buone vacanze! A presto.
Ricordo che a Pasqua e a Natale la nonna ci dava dei soldini, in una cifra in proporzione all'età; a me, che ero il più piccolo, toccavano sempre gli spiccioli :-(
RispondiEliminaTenerissima la nonna Antonietta: che pazienza! Non ho dubbi che anche la bis-mamma Maruzza giocherà bene il suo ruolo. Un abbraccio... "allargato" :-)
@DOC: anche il nonno paterno fa così con i miei figli ... dovresti vedere la faccia con cui i minori guarda(va)no la sorella maggiore, l'unica a ricevere 50 euro! Non so se sarò una nonna decente, così come non so se sono (stata) una madre passabile. Speriamo bene. Un abbraccio "ristretto" :)
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