Ascoltando il commento di Roberto Benigni ai dieci comandamenti, forse qualche teologo avrà arricciato un po’ il naso. Infatti, alcune osservazioni del comico toscano risentivano di una matrice teorica marcatamente protestante e di un’insufficiente esegesi storico/critica. Ma, con tutti i suoi limiti, la performance di Benigni ha avuto il merito di riportare in modo chiaro e avvincente i temi etici all’attenzione di un vasto pubblico. Così, al mercato di via Oreto, il sabato successivo alla disamina sul decalogo, un fruttivendolo affermava, pesando le arance, di rispettare sempre il settimo comandamento; e una signora diceva, chiacchierando con un’amica, di essersi commossa all’ascolto delle parole di Benigni e di riflettere finalmente senza tabù su alcuni temi morali. Grazie allora a Roberto che ha ridato a tutti il gusto del confronto sui grandi temi etici, ricordandoci che l’etica non è solo roba per preti e teologi, ma materia viva e palpitante per tutti.
Maria D’Asaro (“Centonove” n.2 del 15.1.2015)
condivido il tuo post anche per me è stato facile parlare di molti argomenti, che di solito appena si sfiorano, con amiche e conoscenti. Anzi è stato bello vedere come in fondo c'è bisogno di parlare di certe cose. Parlarne, perchè si crede in Dio e si è praticanti, si viene derisi (questa è la mia esperienza) parlarne perchè ne ha parlato Benigni è un'altra cosa... Peccato perchè la nostra fede è meravigliosa è Dio che si rivela alle sue creature... come diceva Benigni. Ti saluto caramente
RispondiEliminaL'esame di coscienza proposto, argomentato e divulgato come disperato grido d'allarme dal nostro Roberto, travalica i dieci comandamenti stessi, così come è stato per La Divina Commedia, la Costituzione Italiana o "La vita è bella". Costui ne fa ogni volta un pretesto per risvegliare gli animi. Per liberarci dal disagio ci mette a disagio, nudi davanti allo specchio. E la sua miscela, preziosa per formula e ingredienti, è talmente perfetta che soddisfa persino chi vuole trovarci il pelo. Dici bene, Maruzza: è meraviglioso riscontrare che fa breccia nel cuore dei cittadini. Chi può restare indifferente davanti ad un video come quello che hai postato? Grazie, un abbraccio.
RispondiEliminaUn interessante spunto di riflessione questo Maria. Grazie. Perchè, richiamandomi al tuo episodio, il non rubare, così come molti altri comandamenti, appartengono non solo ai religiosi, ma a tutti, atei compresi. L'etica è fondamentale per il rispetto della propria libertà e di quella degli altri. La religione, e ne siamo testimoni in questi giorni, è qualcosa di intimo che non deve essere strumento di manipolazioni ideologiche o di potere o di superiore o inferiore, attiene alla libertà dell'individuo al suo sentire più profondo. Ma questo non deve, mi correggo amaramente, non dovrebbe impedire ad un animista, un ateo, un buddista, un cristiano, un ebreo, un musulmano, un taoista (e tutti gli altri) di sedere alla stessa tavola e condividere il mondo. Ma pare sia più facile smembrare e fare a pezzi tutto, anche quest'unica terra che ci ospita.
RispondiEliminavisto tutto , mi sono scaricato il pezzo sulla felicita !!! bellissimo
RispondiEliminaBenigni sarebbe felicissimo di sapere che ha riportato sulle piazze le discussioni sui comandamenti!
RispondiElimina@Aliza, DOC, Santa S, valerio, Silvia Pareschi: sono contenta di sentire questa bella sintonia collettiva sulle note vibranti del felice commento di Roberto Benigni al Decalogo, che ci tocca tutti, credenti e diversamente credenti! Un abbraccio.
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