Hanan Al Hroub, Global Teacher Prize, 2016 |
Ecco le mie – opinabilissime - motivazioni:
- Sono le funzioni, verificabili e quantificabili, che eccedono la “normalità” del ruolo docente a dover essere retribuite con un bonus (collaborazioni varie, funzioni strumentali, progetti, attività extra). Questo avviene già in parte con la dotazione finanziaria per le funzioni strumentali e con il sempre più esiguo fondo d’Istituto. A scuola ci sono già tanti Docenti con incarichi aggiuntivi che lavorano oggettivamente più degli altri, offrendo all'Istituzione un apporto di qualità e quindi di merito. Non basta pagare in più questi Docenti? Perché non riportare la dotazione finanziaria del fondo d’Istituto ai livelli di qualche anno fa?
- Il cosiddetto “processo di valorizzazione del merito” può immettere nei Collegi Docenti delle varie Scuole sterili e dannosi virus competitivi che, lungi dal migliorare l’offerta educativa delle singole scuole, contribuiranno forse a sfaldare il lavoro condiviso e armonico di quella che dovrebbe essere una Comunità educante.
- Tutti i Docenti, per principio, dovrebbero essere meritevoli e egualmente bravi. L’amministrazione, che li controlla e retribuisce, dovrebbe provarne eventualmente il demerito, non il merito. Se ho un problema di salute e mi reco in un ospedale, penso che tutti i medici mi sappiano curare. Sappiamo poi che ci sono medici più umani, più coscienziosi, più solerti, più attenti: ma i medici di pronto soccorso hanno lo stesso stipendio e nessuno, a fine anno, scrive al Direttore sanitario chiedendo un bonus perché, a suo dire, ha salvato più vite. Se poi ha lavorato di più, sarà retribuito con ore di straordinario. Lo stesso, fatte le doverose differenze, dovrebbe valere nelle Scuole.
- Sebbene i criteri relativi all’attribuzione del merito siano stabiliti da un Comitato collegiale, la decisione ultima spetta al Dirigente scolastico (comma 127, legge 107/2015), al quale quindi viene dato un potere ultimo sostanziale e discrezionale.
Infine, alcune precisazioni:
1) La mia non-richiesta non è affatto in polemica con la scuola dove lavoro. Ringrazio anzi il Dirigente Scolastico e il Comitato di Valutazione per il buon lavoro svolto nell’individuazione dei criteri.
2) Non avrei affatto disdegnato qualche centinaio di euro in più: "tengo" famiglia, nipotini compresi. Poichè non sono affatto ricca, mi avrebbero fatto comodo i soldi del bonus.
3) Non biasimo affatto, anzi capisco benissimo, le colleghe e i colleghi che, con posizioni più sfumate e meno decise della mia, hanno fatto o faranno richiesta del “bonus” premiale.
4) A costo di apparire “passatista”, non riesco ad accettare il vento aziendalista (davvero meritocratico?!) che si appresta a soffiare anche sulla Scuola italiana. Sarà questa la buona Scuola del futuro? Cambierà davvero in meglio la qualità del nostro lavoro? Ai posteri l’ardua sentenza.
Anch’io non ho chiesto il “bonus” e sottoscrivo pienamente le motivazioni espresse, con equilibrio e serenità, in questo post. Grazie, buona giornata.
RispondiElimina@Rossana Rolando: sono onorata di essere in sua compagnia, in questa delicata scelta etico-professionale. Buona giornata e cordiali saluti.
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