venerdì 7 febbraio 2020

Accendi una candela, se c'è buio


V. Kandinskij: Studio di colore
(…) La festa della Candelora – purtroppo domenica scorsa non vi ho ricordato di portare una candela, per accenderla – ci esorta quando siamo al buio di accendere una candela. Nel buio potremmo gridare, deprimerci … ma se riusciamo ad accendere una candela, il buio non c’è più. Nei momenti più difficili della vita, dobbiamo essere pronti ad accendere una candela, che equivale a dire Riconosco che Dio è la mia luce, è la luce dei miei occhi e mi fa guardare dentro e oltre ogni oscurità. E’ la luce della mia vita.
E Gesù Cristo ce lo incarna. E san Giovani lo dirà e farà dire a Gesù – anche se non è certo che queste parole le abbia dette proprio lui, ma certamente è verissimo – Io sono la luce del mondo. Tutti i Pantocrator hanno questa scritta: ἐγὼ εἰμί to fos tou kosmos" .
E noi? Fotismos! Tutti Siamo stati illuminati al fonte battesimale da questa luce. E Dio ci vuole rendere partecipi di queste sua luminosità. Diventare noi illuminati, portatori di splendore. Fotismos veniva definito il battezzato, che partecipava alla luce di Dio … A San Saverio questo vale ancora di più, perché come avete letto nel marmo sul frontone della chiesa Dedi te in lucem gentiun/Ti ho dato come luce di tutti i popoli …
Come è giovane Simeone … E’ giovanissimo nello spirito. Non sta dicendo: Ecco il messia di Israele. No: E’ nato in Israele la luce di tutti i popoli. Quindi Gesù Cristo non appartiene a Israele, e neppure alla Chiesa. Gesù Cristo appartiene a tutta l’umanità, è luce di tutti i popoli e non di uno in particolare. E non si deve assorbire per trattenerlo o per imprigionarlo, ma per accoglierlo e farlo diffondere ulteriormente. Perché è della luce essere diffusiva. La luce non può essere bloccata. Una volta che entra si fa strada, in silenzio, senza violenza, come se non ci fosse … ma intanto c’è e cambia tutto.
E allora, care sorelle e fratelli, tante volte ci imbattiamo in discussioni, a volte abbiamo un modo di procedere e di confrontarci con gli altri piuttosto pesante […] invece dopo aver ripetuto una cosa, fermiamoci, è inutile ripetere. Bisogna cambiare forse argomento e punto di vista … Siamo ossessionati dalla voglia di dimostrare la verità della nostra idea, vogliamo argomentare e rendere buia l’idea dell’altro, perché noi siamo la luce. Ma questo è un procedimento fallace, che ci fa male, perché la luce non si dimostra, si può mostrare … Possiamo dire solo con stupore: Guarda quanta luce ci avvolge, e che ci fa vedere, ci fa splendere.
Impariamola quest’arte di essere luminosi Non è facile, ma cerchiamo di dirle al positivo le cose che vogliamo proporre. Facciamo uno sforzo difficilissimo, proponiamo e non imponiamo. Siamo propositivi e non impositivi. Non si tratta di avere ragione su un altro, ma si tratta di condividere con l’altro qualcosa di luminoso che ci può aiutare a vivere meglio.
E ricarichiamo continuamente le batterie interiori alla Parola di Dio, a Gesù Cristo che è luce della nostra vita. Gesù Cristo non si impone mai, ma bussa sempre alla nostra porta, secondo l’espressione dell’Apocalisse: Ecco, io busso, se qualcuno mi apre, entrerò e faremo festa …

 (parte finale dell’omelia pronunciata da don Cosimo Scordato domenica 2 febbraio 2020 nella chiesa di san Francesco Saverio a Palermo: eventuali errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)




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