V. Kandinskij: Studio di colore |
(…) La festa della Candelora – purtroppo domenica scorsa non vi ho
ricordato di portare una candela, per accenderla – ci esorta quando
siamo al buio di accendere una candela. Nel buio potremmo gridare, deprimerci …
ma se riusciamo ad accendere una candela, il buio non c’è più. Nei momenti più
difficili della vita, dobbiamo essere pronti ad accendere una candela, che
equivale a dire Riconosco che Dio è la mia luce, è la luce dei miei occhi e
mi fa guardare dentro e oltre ogni oscurità. E’ la luce della mia vita.
E Gesù Cristo ce lo incarna. E san Giovani lo dirà e farà dire a
Gesù – anche se non è certo che queste parole le abbia dette proprio lui, ma
certamente è verissimo – Io sono la luce del mondo. Tutti i Pantocrator
hanno questa scritta: ἐγὼ εἰμί to fos tou kosmos" .
E noi? Fotismos! Tutti Siamo stati illuminati al fonte battesimale
da questa luce. E Dio ci vuole rendere partecipi di queste sua luminosità.
Diventare noi illuminati, portatori di splendore. Fotismos veniva definito il
battezzato, che partecipava alla luce di Dio … A San Saverio questo vale ancora
di più, perché come avete letto nel marmo sul frontone della chiesa Dedi te in
lucem gentiun/Ti ho dato come luce di tutti i popoli …
Come è giovane Simeone … E’ giovanissimo nello spirito. Non sta
dicendo: Ecco il messia di Israele. No: E’ nato in Israele la luce di
tutti i popoli. Quindi Gesù Cristo non appartiene a Israele, e neppure alla
Chiesa. Gesù Cristo appartiene a tutta l’umanità, è luce di tutti i popoli e
non di uno in particolare. E non si deve assorbire per trattenerlo o per
imprigionarlo, ma per accoglierlo e farlo diffondere ulteriormente. Perché è
della luce essere diffusiva. La luce non può essere bloccata. Una volta che
entra si fa strada, in silenzio, senza violenza, come se non ci fosse … ma
intanto c’è e cambia tutto.
E allora, care sorelle e fratelli, tante volte ci imbattiamo in
discussioni, a volte abbiamo un modo di procedere e di confrontarci con gli
altri piuttosto pesante […] invece dopo aver ripetuto una cosa, fermiamoci, è
inutile ripetere. Bisogna cambiare forse argomento e punto di vista … Siamo
ossessionati dalla voglia di dimostrare la verità della nostra idea, vogliamo
argomentare e rendere buia l’idea dell’altro, perché noi siamo la luce. Ma
questo è un procedimento fallace, che ci fa male, perché la luce non si dimostra,
si può mostrare … Possiamo dire solo con stupore: Guarda quanta luce ci
avvolge, e che ci fa vedere, ci fa splendere.
Impariamola quest’arte di essere luminosi … Non è facile,
ma cerchiamo di dirle al positivo le cose che vogliamo proporre. Facciamo uno
sforzo difficilissimo, proponiamo e non imponiamo. Siamo propositivi e non
impositivi. Non si tratta di avere ragione su un altro, ma si tratta di
condividere con l’altro qualcosa di luminoso che ci può aiutare a vivere
meglio.
E ricarichiamo continuamente le batterie interiori alla Parola di
Dio, a Gesù Cristo che è luce della nostra vita. Gesù Cristo non si impone mai,
ma bussa sempre alla nostra porta, secondo l’espressione dell’Apocalisse: Ecco,
io busso, se qualcuno mi apre, entrerò e faremo festa …
(parte finale dell’omelia
pronunciata da don Cosimo Scordato domenica 2 febbraio 2020 nella chiesa di san
Francesco Saverio a Palermo: eventuali errori o omissioni sono della scrivente,
Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle imprecisioni e
manchevolezze della trascrizione)
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