C’era piuttosto freddo a Palermo, il 9 dicembre del 1980. Monte Cuccio era persino imbiancato… Maruzza, sino a due giorni prima, era indecisa: dare o no l’esame di Teoretica?
Alla fine l’aveva incoraggiata e convinta l’amica e collega, Nunzia Musacchia, con la quale studiava da luglio: “O la diamo ora o non la daremo mai più…”. Si perché l’esame di Teoretica era lo scoglio più duro della facoltà di Filosofia: non tanto perché c’era da leggere la Metafisica di Aristotele, ma per i testi del professore Nunzio Incardona, la cui oscurità era ormai una leggenda metropolitana dell’Ateneo palermitano.
Così quel martedì mattina si sedette di fronte al sommo Incardona, che ascoltava in silenzio, con una mano sugli occhi, farfugliando a bassa voce ogni tanto qualcosa di incomprensibile, non si capiva se alla candidata o agli angeli custodi seduti a destra e a sinistra... Se la memoria non inganna i suoi ‘delfini’: professori Giuseppe Nicolaci e Giorgio Palumbo…
Sulla Metafisica di Aristotele andò alla grande; un po' meno quando le fu chiesto qualcosa sulla striminzita dispensa su Hegel e sulle lezioni, che lei non poteva seguire perché lavorava in banca, nella città gloriosa di Girgenti. Alla fine lei e Nunzia rimediarono entrambe un dignitoso 25, che per fortuna non incise sulla media, abbastanza alta.
Così al traguardo finale mancavano a Maruzza 5 complementari e la tesi. Le materie furono date con prio e con successo nel 1981 (Sociologia, Antropologia culturale, Storia delle dottrine economiche…) e la laurea fu conseguita nel 1982.
Nunzia diede tutte le materie, con una media assai brillante. Ma non fece mai la tesi e non si laureò mai.
Nel 1983 vennero trasferite entrambe a Palermo e continuarono a vedersi e sentirsi. Finché Nunzia non lasciò troppo presto la vita per un tumore assassino.
(Nostra signora aveva deciso di chiudere con i post intimisti. Ma, chissà perché, oggi le urgeva dare parole a questo ricordo. Forse per inviare un grazie e un abbraccio misterioso a Nunzia, amica e collega davvero speciale).
Hai fatto bene, anche se la storia intimistica non ha un lieto fine.
RispondiEliminaE poi mi hai ricordato il Prof. Nando Filograsso dell'Università di Urbino che aveva la erre moscia. Mi diceva: "Augusto, parlarti della teovetica è complicato".
@Gus: grazie per il riscontro. E per la condivisione del tuo ricordo del prof. Filograsso con la sua Teovetica!
EliminaBellissimo ricordo! I momenti degli esami (per me a Genova, teoretica, con il grande Alberto Caracciolo)sono stampati nella memoria, così come le persone (per te, la tua Nunzia) che erano con noi. Che grande ricchezza, apertura di orizzonti, entusiasmo... gli anni dell'Università! Un caro abbraccio.
RispondiElimina@Rossana: mitici gli anni dell'università! Per me in parte vissuti in condivisione con il lavoro, ma lo stesso indimenticabili e formativi. Lieta di avere condiviso la stessa matrice di studi. Ricambio con stima affettuosa l'abbraccio.
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