Però anche la simbolicità della natura umana è ostacolata, secondo Grecchi, nella sua piena esplicitazione, dalle attuali modalità sociali, che, attraverso la produzione mediatica, veicolano soprattutto il culto della ricchezza a ogni costo. D’altra parte, non può che essere così, in un’economia basata sull’incremento continuo valori di scambio per realizzare il massimo profitto dei produttori di beni e servizi, mentre in un’economia basata sui valori d’uso, si pianificherebbero le risorse per ottenere una condivisa produzione e distribuzione di beni e servizi volta al soddisfacimento delle necessità sociali.
Il problema, continua l’autore a p.54, è che, per massimizzare i profitti viene in tutti i modi negata l’autentica umanità, ad esempio esaltando il funzionamento tecnico nel tempo lavorativo e il divertimento nel tempo non lavorativo e promuovendo cittadini integrati nel sistema produttivi, ma non uomini “buoni”. Eccoci allora in una società caratterizzata da enormi “vuoti d’anima”, causati dalle modalità sociali presenti da alcuni secoli in Occidente, modalità sociali che, secondo Grecchi, hanno plasmato le attuali strutture della personalità.
E l’autore (p.62), dimostrando di recepire pienamente le analisi storiche di Marx, afferma che il modo di produzione capitalistico è infatti oramai giunto a costituire direttamente i nuclei comportamentali profondi della popolazione. Luca Grecchi ne individua 5, tutti caratterizzati da forti carenze nella relativa struttura di umanità: concretista, narcisista, reificata, sociopatica ed apatico/depressiva.
Compito della filosofia dunque, consigliera dell’anima, non sarà necessariamente quello di favorire un buon inserimento sociale, ma, se necessario, far vivere nel mondo con consapevolezza, anche scontrandosi col mondo stesso se ciò serve a creare migliori condizioni universali di vita. Solo opponendosi ad alcune situazioni della propria esistenza l’uomo può infatti riconquistare quella linfa vitale che invece, se lasciato senz’acqua su un terreno arido e con spazi angusti per le proprie radici, inevitabilmente tende a perdere.
(Un ricordo di Che Guevara, cantato sempre da Francesco Guccini:
Che dire Maria, il tuo bel commento al libro di Grecchi non è solo una sinossi., è una scelta di campo. Grazie
RispondiElimina@Armando: troppo buono Armando ... mi sto limitando sinora a "suntare" il testo. Che comunque apprezzo. A martedì, spero.
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